Riforma degli enti locali, passo indietro per il ddl - QdS

Riforma degli enti locali, passo indietro per il ddl

Giovanna Naccari

Riforma degli enti locali, passo indietro per il ddl

venerdì 12 Aprile 2024

Torna in Commissione Affari istituzionali all’Ars il disegno di legge regionale che modifica le regole per i Comuni. Il presidente Abbate: “Ci potrebbero essere novità a livello nazionale sulla nomina del presidente dei revisori”

Palermo – Ritorna in commissione Affari istituzionali all’Ars il disegno di legge di riforma degli enti locali. Il testo, uscito dalla commissione dopo un anno di lavori e audizioni con l’Anci, con l’associazione degli amministratori degli enti locali, con dirigenti regionali e rappresentanti degli ordini professionali e dei revisori legali, era all’esame dell’Aula mercoledì scorso, ma è stato fermato per approfondimenti. La richiesta è partita dal presidente Ignazio Abbate (Dc), relatore del provvedimento, poi accolta dai gruppi politici.

Riforma enti locali rinviata in Commissione

“C’è l’esigenza di approfondire alcune norme e di modificarle – spiega il presidente Abbate –. Si è deciso di rinviare il testo in Commissione senza però modificare la copertura finanziaria, altrimenti si sarebbe allungato l’iter per poterlo mandare in Aula”. E aggiunge: “Faremo nuove audizioni con l’Anci, anche per ascoltare eventuali nuove esigenze da parte dell’Associazione dei comuni. Riapriremo i termini per gli emendamenti, ascolteremo tutti i partiti e poi manderemo il testo in Aula”.

L’esigenza di rivedere il testo era stata manifestata anche dall’Unione dei Comuni, dall’Ancrel e da altre associazioni, come riferito in Aula dal presidente. Tempi di entrata in vigore della legge, incompatibilità delle cariche e revisori dei conti sono le questioni che hanno acceso maggiormente il dibattito, fino a spingere la bozza di legge di nuovo in Prima commissione. “Si tratta di norme dove in generale convergono tutti i partiti e io ho compiuto uno sforzo per arrivare ad una riforma vera della materia – dice Abbate –. Ci sono, però, delle sfaccettature che dobbiamo prendere in considerazione per arrivare a una proposta unitaria per l’Aula. Per esempio, se la riforma debba entrare in vigore subito o alla prossima legislatura, specialmente per quanto riguarda alcuni aspetti legati all’incompatibilità tra la carica di assessore e di consigliere”.

Un altro punto su cui si riapre il dibattito è la parte del disegno di legge sui revisori dei conti e sull’indirizzo del governo nazionale nell’ambito della riforma degli enti locali. “Si pone la questione se il presidente debba essere eletto, sorteggiato o nominato – osserva il parlamentare alla guida della commissione Affari istituzionali -. La nostra riforma è ancora più ampia perché per la prima volta istituisce un elenco regionale dei revisori dei conti, ma visto che a livello nazionale si è data la delega al Governo e ci potrebbero essere modifiche, in particolare sulla nomina del presidente dei revisori, penso a breve, ritemiamo sia meglio attendere per evitare di legiferare in modo diverso”.

Dovrebbe arrivare al traguardo in tempi brevi, invece, il disegno di legge che sul riconoscimento ed il sostegno della funzione educativa e sociale del consiglio comunale dei giovani come strumento di partecipazione delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa.

Si tratta di due testi base, di Fratelli d’Italia e del Partito democratico, a cui ha lavorato inizialmente la commissione, che mirano alla partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita della comunità per la crescita di una coscienza civica e di cittadinanza responsabile che porti frutto a tutti i livelli sul territorio.

“La settimana prossima le norme sul consiglio comunale dei giovani saranno all’ordine del giorno dei lavori della commissione – dice il presidente Abbate –. Abbiamo ritirato dalla commissione Bilancio il testo per togliere le disposizioni in materia di copertura finanziaria, in modo da eliminare questo vincolo e portarlo alla conferenza dei capigruppo. Considerando tutti i passaggi, compreso agli emendamenti e l’incardinamento in Aula, la bozza dovrebbe essere approvata martedì 7 maggio”.

Conclude il presidente: “Penso che questa sarà l’unica legge che vedrà la luce prima delle elezioni europee. Il problema più grosso in questo momento è il governo che non dà copertura finanziaria alle riforme, quindi sono tutte bloccate”.

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