Riforma forestali, braccio di ferro Regione-sindacati - QdS

Riforma forestali, braccio di ferro Regione-sindacati

Michele Giuliano

Riforma forestali, braccio di ferro Regione-sindacati

venerdì 04 Febbraio 2022

Le condizioni delle parti sociali: due fasce di garanzia, 151 giornate e tempo determinato, e un piano di riforestazione dell’Isola. Continua il presidio davanti l’Ars, pronta una mobilitazione

PALERMO – Il disegno di legge che dovrebbe risolvere i problemi dei forestali siciliani non convince i sindacati. In un’audizione in commissione Bilancio dell’Ars sulla riforma forestale, i segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil regionali Tonino Russo, Adolfo Scotti e Nino Marino hanno ribadito la loro contrarietà sulla riforma proposta dal governo regionale, che “non garantisce stabilità al lavoro e non assicura una prospettiva al settore forestale”. A seguito dell’incontro, Flai Fai e Uila faranno pervenire ora per iscritto alla commissione e a tutti i deputati le loro considerazioni e annunciano una riunione degli esecutivi unitari, con il coinvolgimento delle confederazioni, per decidere il da farsi. “Se dopo il sit in ancora in corso, e dopo i tanti incontri consumati – concludono Russo, Scotti e Marino – non ci sono segnali di apertura rispetto ad una vera riforma che risponda alle esigenze del bosco e dei lavoratori, non ci rimane che la mobilitazione di tutta la categoria”.

È dallo scorso 24 gennaio, infatti, che davanti a palazzo dei Normanni si è insediato il presidio dei forestali, per chiedere la modifica del ddl di riforma del settore nella direzione indicata da Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil regionali. “Per quanto riguarda il lavoro – dice Tonino Russo – proponiamo solo due fasce di garanzia: 151 giornate annue e tempo determinato, così come condiviso in tante assemblee con i lavoratori e con le amministrazioni comunali della Sicilia. Chiediamo inoltre – aggiunge – un grande piano di riforestazione per contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti”, allo scopo di raggiungere il duplice obiettivo della tutela e salvaguardia del territorio e la progressiva e rapida stabilizzazione dei lavoratori.

Di diverso avviso il governo, che difende il lavoro fatto con il disegno di legge, approvato lo scorso 30 giugno. La proposta tende a ridurre da tre a due le fasce dei lavoratori stagionali, ad aumentare il numero delle giornate lavorative e a valorizzare e riordinare le attività e le competenze. Un testo che non comporta l’aumento di spesa a carico del bilancio della Regione.

In ogni caso, qualunque sia la strada che si deciderà di seguire, bisognerà trovare una soluzione e anche in tempi brevi. Lo scoglio da affrontare è quello della commissione europea, a cui è stata inviata una petizione da parte di un migliaio di forestali precari: la commissione per la trattazione delle petizioni del Parlamento europeo non ha trovato nelle giustificazioni rese dalle autorità italiane, in risposta alla petizione dei lavoratori, un reale fondamento, perché “sono poco chiare”.

L’amministrazione siciliana aveva addotto motivazioni legate alla stagionalità dei lavoratori, ma, secondo i legali dei lavoratori, nei certificati di servizio, nelle certificazioni uniche e nelle buste paga di ogni ricorrente si legge la dicitura ‘Otd’ ovvero ‘operaio a tempo determinato’, una tipologia di contratto con caratteristiche, diritti e doveri completamente diversi. E la proposta di legge sembra voler mantenere i forestali in una situazione di precarietà, perché vorrebbe garantire un ben preciso numero di giornate lavorative nell’anno solare, e non un impiego regolare che copre tutto l’anno.

Secondo i sindacati Fai, Flai e Uila, invece, la proposta di legge andrebbe rivista sulla base di alcuni punti imprescindibili. Innanzitutto, no al turn over: si chiede che la riforma “salvi” i lavoratori a tempo indeterminato includendo pure gli stagionali con garanzia occupazionale di 151 giornate annue. Per quelli che vengono definiti “settantottisti” e “centounisti”, invece, verrebbero applicate le stesse linee operative dei cosiddetti “centoquintantunisti”. In una ottica di miglioramento e cura del territorio, inoltre, i sindacati chiedono che vengano inclusi nelle competenze dei forestali anche a servizio di tutte le comunità dell’Isola per la lotta al degrado e al dissesto ambientale, anche alla luce del disastro causato dagli incendi nell’anno passato.

In tal modo, sarà possibile mettere in atto una capillare opera di messa in sicurezza di tutto il territorio regionale, con opere di prevenzione dagli incendi, che vanno fatti prima dell’arrivo della stagione calda, e da effettuare tutti gli anni. Insomma, secondo i sindacati è opportuno progettare e programmare un grande piano di riforestazione della Sicilia, per combattere il riscaldamento globale, il dissesto idrogeologico, il processo di desertificazione, per ripristinare gli ingenti danni causati dagli incendi negli anni.

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