Rinnovabili, 300 progetti bloccati alla Regione in attesa di autorizzazione - QdS

Rinnovabili, 300 progetti bloccati alla Regione in attesa di autorizzazione

Rinnovabili, 300 progetti bloccati alla Regione in attesa di autorizzazione

Gabriele D'Amico  |
mercoledì 16 Marzo 2022

Se tutti venissero sbloccati in Sicilia si potrebbero produrre 9 GW di energia pulita, ma l’iter è troppo lento: alcune richieste risalgono al 2019

PALERMO – La corsa alle rinnovabili entra sempre più nel vivo, con aziende che gareggiano per presentare quanto prima e quanti più progetti alla commissione regionale Via/Vas e alla nuova commissione tecnica Pnrr-Pniec per le rinnovabili. L’obiettivo è quello di entrare a far parte di un mercato che, secondo le stime della Svimez, potrebbe valere 9 miliardi di euro in Sicilia da qui al 2030. Le quantità di progetti in attesa di autorizzazione sono stratosferiche.

Circa 320 progetti in fase autorizzativa

Solo in Sicilia, secondo quanto risulta dal portale valutazioni ambientali dell’assessorato all’Ambiente e come confermato dal dirigente generale del dipartimento dell’Energia, Antonio Martini, sono in fase autorizzativa circa 320 progetti per un totale di 9mila megawatt. “Da settembre inoltre – spiega il dirigente Martini – è iniziata anche la fase di acquisizione delle domande che vengono valutate sulla linea ministeriale e attualmente saranno una ventina quelle che riguardano la Sicilia”.

In sintesi, si può parlare di 340 progetti di impianti per produrre energia da fonti rinnovabili nell’Isola che potrebbero non solo essere strategici nella lotta al cambiamento climatico, ma anche dare una scossa al mercato del lavoro siciliano. “Il nostro dipartimento – dichiara Martini – da gennaio 2021 a gennaio 2022 ha autorizzato 55 progetti per oltre 1,5 gigawatt. Il che non vuol dire che sono tutti impianti collegati alla rete. Faremo di tutto e monitoreremo in modo stringente affinché vengano realizzati”.

Lunghi iter burocratici: tutte le criticità

“Guardando le tante istanze di autorizzazione – spiega Domenico Santacolomba, dirigente del servizio di programmazione energetica della Regione – è chiaro che c’è un interesse del mercato in questo campo”. Un interesse che tuttavia si scontra con gli attuali tempi della burocrazia siciliana. Tra i 340 impianti ancora in fase di autorizzazione, infatti, scorrendo sul portale valutazioni ambientali, è possibile trovare anche progetti risalenti al 2019. È il caso di un impianto fotovoltaico da 44,18 megawatt, proposto dalla X-Elio Italia 3 Srl, che si trova ancora al primo step di tutto l’iter autorizzativo. Dopo oltre tre anni.

Va anche detto, però, che a pesare sulla macchina burocratica regionale, e da settembre anche su quella nazionale, è sicuramente l’alto numero di progetti che vengono presentati. Tra questi, in particolare pesano di più gli “impresentabili”: quelli che prevedono la costruzione di impianti in zone protette (come denunciato dal presidente della Commissione Via/Vas, Aurelio Angelini). Una situazione che è agevolata anche dalla mancanza di un elenco contenente i luoghi idonei e quelli non idonei alla connessione di impianti di questo tipo. Mentre per i primi un’iniziale indicazione è stata data con l’approvazione del Pears da parte della Giunta Musumeci, per i secondi (ad esclusione dei parchi eolici) ancora non si vede nemmeno l’ombra nonostante le Regioni siano obbligate ad individuarli dal 2010 a seguito di un decreto del Mise.

L’indicazione data dal Pears, prevede che le aree idonee ricadano nelle vecchie aree minerarie, nelle cave dismesse, nelle discariche esaurite e in tutte le aree industriali già bonificate. Tuttavia, l’indicazione che è stata data nel Pears per i luoghi idonei ad ospitare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili non è ufficiale ma solamente ufficiosa. Questo perché le aree idonee definitivamente sancite potranno essere messe a punto solo dopo che usciranno le linee guida ministeriali che sono ancora in corso di predisposizione.

Presto interventi per lo snellimento

A fronte di un iter autorizzativo che può durare più di tre anni come dimostra il caso limite prima citato è chiaro che ci vogliano degli interventi, da parte della politica, di snellimento. Interventi necessari per sostenere una corsa alle rinnovabili di tale portata che è incoraggiata anche dal nuovo Pears, che prevede di poter contare, entro il 2030, su 7 gigawatt in più complessivi per tagliare del 55% le emissioni di gas climalteranti.

“Questi obiettivi – dichiara Santacolomba – verranno raggiunti attraverso le iniziative che a livello nazionale, comunitario e regionale si stanno realizzando. Tra qualche giorno uscirà il bando sulle comunità energetiche, è già pronto il bando sui parchi agrisolari, è uscita la manifestazione di interesse sull’idrogeno nelle aree industriali dismesse, è prevista anche la realizzazione di una piattaforma nazionale e le linee guida sulle aree idonee, i decreti semplificazione. Noi abbiamo costruito il libro dei sogni, ma dentro il libro dei sogni adesso c’è tanta gente che ci sta mettendo i soldi e sta intervenendo”.

Ciò su cui si punta, insomma, è semplificare l’intero iter (dalla presentazione del progetto alla costruzione dell’impianto). “L’intenzione c’è tutta, a livello nazionale in primis, – continua il dirigente regionale – per poter realizzare gli obiettivi del Pears. Anche i decreti Fer escono con aste e registri che permettono immediatamente di favorire la connessione di impianti”.

Cosa prevede il Piano energetico della Regione

PALERMO – Il Pears (Piano energetico ambientale Regione siciliana) è un documento che potrebbe essere un punto di svolta nello sviluppo delle rinnovabili. Gli obiettivi, pur essendo in linea con quelli europei e nazionali, risultano essere fortemente audaci se inseriti nell’attuale contesto burocratico e normativo siciliano che spinge le aziende ad agire senza linee guida e ad aspettare diversi anni prima di far fruttare un investimento.

“Gli obiettivi che ci siamo dati – spiega Antonio Martini – sono sicuramente raggiungibili: noi abbiamo già autorizzato 1,5 gigawatt quando l’incremento complessivo è di 4 gigawatt. Se riusciamo a mantenere questo passo e a realizzare gli impianti al 2030 sicuramente si arriverà ai 7 previsti. Anzi, noi ci auguriamo di superarli anche per sopperire alla situazione riguardante il gas. È anche vero, però che noi non siamo gli unici attori coinvolti: dovremo essere bravi nel seguire la realizzazione e chi deve realizzare deve essere bravo a fare i progetti e non solo a promettere di realizzare il progetto”.

Il punto di svolta nel settore è rappresentato, oltre all’incremento dei gigawatt previsto, da una più attenta e realistica mappatura dei siti “ad alto potenziale” Fer per un successivo reale snellimento e semplificazione amministrativa degli iter autorizzativi. Ma non solo, perché il piano regionale prevede anche un nuovo supporto allo sviluppo e all’applicazione del paradigma “autoconsumo”, anche attraverso fondi regionali dedicati alla diffusione su larga scala dei sistemi di accumulo dell’energia per rendere più incisiva la sostituzione con Fer e la corrispondente decarbonizzazione dell’energia dell’utenza finale. Un altro punto di estrema novità per il settore delle rinnovabili è costituito dalla proposta di “Sicilia Centro di Ricerca di eccellenza per l’Idrogeno”. Inoltre, per dare un’ulteriore spinta agli interventi di riqualificazione energetica è prevista anche la predisposizione di bandi regionali in favore sia degli Enti locali che delle Pmi.

Il risultato di queste misure dovrebbe essere quello di passare da una quota di Fer attuale pari al 29,3% ad una del 69%. Di contro, è prevista la diminuzione di impianti che producono energia da fonti non rinnovabili: dal 12,80% del totale si dovrebbe arrivare al 5,78%. Insomma, gli obiettivi sono importanti, così come le misure da attuare per raggiungerli. Ma il tempo stringe: la deadline del Pears è il 2030, ovvero tra otto anni.

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