MESSINA – Il sindaco Cateno De Luca sta lavorando alla relazione che racconta il suo primo anno a capo dell’Esecutivo di Palazzo Zanca e tra le cose fatte vuole che vi sia la riorganizzazione del Palazzo municipale.
Doveva essere il suo primo punto d’azione, ma poi le cose sono andate diversamente. “Ho dovuto pazientare un anno per completare le procedure – ha dichiarato – con trattative sindacali e tavoli tecnici condotte dal nostro segretario-direttore generale Rossana Carrubba, ma ora ci siamo”.
Questa “rivoluzione organizzativa” prende il via dalla riduzione dei dirigenti da 22 a nove. Questi “burocrati” del Palazzo, secondo De Luca, “si sono rivelati in gran parte una vera e propria zavorra dal costo di circa 130 mila euro annuì ciascuno, con un premio produttività regalato senza risultati”. Nei nuovi indirizzi, tracciati in atti di Giunta, è previsto anche un aggiustamento proprio sul calcolo delle percentuali delle indennità di risultato e di posizione.
A mettere in luce il rapporto conflittuale che da subito ha visto protagonisti De Luca e i dirigenti, sono stati gli ormai quasi quotidiani blitz alla scoperta di paradossi e inefficienze. In una delle ultime incursioni, il sindaco si è accorto per esempio dell’esistenza di un vivaio comunale, con quattro addetti, in parte distratti per altre attività. “Il valore della produzione annua del vivaio – ha affermato il primo cittadino – è di circa 2 mila euro, ma il Comune ne spende circa 120 mila”.
E allora bisogna riorganizzare e razionalizzare “l’apparato burocratico mediante la riqualificazione e ricollocazione del personale dipendente e conseguenziale rideterminazione delle dotazioni organiche e dei profili professionali anche al fine di dichiarare eventuali esuberi di personale” si legge nella proposta di delibera.
Niente più proroghe di comandi del personale dipendente presso altri Enti e, dal primo gennaio 2020, vista la carenza di organico, non ci saranno più autorizzazioni in merito. Tra gli indirizzi specifici che vengono dati c’è quello che stabilisce in dieci euro l’indennità per il servizio esterno del personale della Polizia municipale, prevista dal nuovo Contratto nazionale di lavoro. Si dovrà rispettare il principio del carattere saltuario e occasionale degli incarichi extralavorativi autorizzati ai dipendenti e in caso di carattere continuativo essi non potranno comunque superare i tre mesi. Viene inoltre stabilito un unico rientro settimanale di nove ore il lunedì e un allungamento giornaliero con 6 ore e 45. Sottoposto infine a visita del medico competente “tutto il personale appartenente alle categorie A e B e gli agenti di Polizia municipale che non effettuano servizi esterni al fine di stabilirne l’inidoneità”.
Un indirizzo specifico viene dato sull’utilizzo dei badge con “l’avvio di un monitoraggio per censire, dal 2010 in poi, l’erogazione di somme per lavoro straordinario o riposo compensativo a personale dipendente sprovvisto di tesserino magnetico di riconoscimento, utilizzato per registrare l’inizio e il termine dell’orario nonché tutte le uscite e le entrate intermedie effettuate per motivi personali, procedendo al recupero delle somme erogate”.
Non sono poche le riserve che i sindacati nutrono su queste disposizioni, ma l’atto che ha suscitato forse più clamore in questi giorni è quello emanato dal segretario-direttore generale Rossana Carrubba. La dirigente ha riferito di essere a conoscenza della presenza in servizio di numerosi dipendenti che a causa di disturbi del comportamento non hanno un’inidoneità psichica completa. Si chiede quindi ai dirigenti “al fine di procedere all’avvio della verifica dell’idoneità al servizio, di comunicare i nominativi del personale assegnato che presenti le caratteristiche citate”.
I rappresentanti della Fp Uil e il segretario Uil Ivan Tripodi sono intervenuti con una durissima nota in cui hanno contestato la modalità e i contenuti della richiesta, che violerebbero una serie di norme. “Si tratta di verifiche che tutti gli Enti hanno l’obbligo di effettuare” ha replicato però Carrubba.