Home » Riprendere i modelli dell’impresa italiana

Riprendere i modelli dell’impresa italiana

Riprendere i modelli dell’impresa italiana
impresa economia sviluppo

È nella nostra storia che dobbiamo trovare le radici vere dell’impresa del terzo millennio

continua dal QdS del 23/7/2025

Il progetto del nuovo paradigma del quale siamo alla ricerca non è per nulla chiaro. Ci vorrà tempo, ricerca, innovazione per metterlo a punto, adottando il principio degli antichi manager americani, che è poi un principio di metodologia scientifica: “Try and correct”. Ma è abbastanza certo che, nel corso di questa ricerca, dovremo confrontarci seriamente con i due mali: il dominio della visione finanziaria e la iperspecializzazione, mali che, nel frattempo, sono cresciuti a dismisura, sono diventati mali del mondo e sono tra le concause principali della crisi che ci attanaglia.

Ed è abbastanza certo che troveremo aiuto nella nostra ricerca se sapremo anche guardare indietro alle radici antiche della nostra cultura umanistica ed imprenditoriale. È nella nostra storia che dobbiamo trovare le radici vere dell’impresa del terzo millennio. Dobbiamo liberarci dei pestilenziali modelli americani, culturalmente e moralmente devastanti, che abbiamo rifilato a decine di generazioni per quasi cinquant’anni. E riprendere, invece, i modelli dell’impresa toscana, lombarda, genovese, veneziana, quando l’imprenditore italiano era ai vertici mondiali ed insieme creava modelli di città, di benessere serio, di convivenza civile.

Andiamo a Siena a riflettere come i grandi lanaioli e mercanti senesi abbiano, al contempo, create grande ricchezza ed una grande cattedrale, un grande palazzo del popolo, una grande banca, un grande ospedale, Santa Maria della Scala, organizzazione esemplare per tutta Europa. Siena è la testimonianza viva che non esiste conflitto tra buona economia imprenditoriale e umanesimo civile, in uno sforzo continuo per tenere insieme economia, finanza, buon governo, arti, spiritualità, istituzioni sociali.

Andiamo a riflettere sugli affreschi di natura civile sugli effetti del Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo del Popolo e sugli affreschi di assistenza sociale del grande ospedale (grande impresa) di Santa Maria della Scala. Il progetto “Wellfare” non nasce nell’Ottocento o nel Novecento ma nasce lì, quando istituzioni produttive (imprese), opere di assistenza sociale, cultura si saldano in un patto di buongoverno che dona frutti meraviglio, dei quali ancora oggi beneficiamo.

La responsabilità prima degli imprenditori e degli studiosi indipendenti è, oggi, quella di collaborare all’exit da una concezione economica fine a se stessa che si è cacciata in un vicolo cieco e senza speranza, per ricostruire un nuovo modello di sviluppo economico, sociale e culturale, riprendendo ed aggiornando tanti esempi, stimoli, insegnamenti dei quali la nostra storia è così ricca.