Riscatto della laurea a 900 euro l’anno, anziché gli attuali 6.076 euro, per consentire agli insegnanti e al personale scolastico la possibilità di accedere alla pensione già a partire dai 60 anni. Tutto ciò potrebbere diventare possibile a breve. La misura arriva dal disegno di legge Bucalo (presentato da Carmela Bucalo di FdI) allo studio in Senato della decima Commissione permanente di palazzo Madama (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale).
Cosa prevede il ddl
Il ddl nasce da un’iniziativa del sindacato Anief, che ha promosso una petizione raccogliendo quasi 120.000 firme. Punta migliorare l’accesso al riscatto agevolato della laurea del personale del comparto istruzione e ricerca. Il costo generale di accesso alla misura – specifica il disegno di legge – in base ai dati pubblicati dall’Inps è pari a 6.076,95 euro per un solo anno di corso di studi universitari. Per un corso di cinque anni l’importo complessivo da sostenere è, quindi, pari a oltre 30.000 euro. Per “agevolare il turn over del personale, contrastare il burnout, favorire il ricambio generazionale, incentivare la formazione post-secondaria, ridare dignità al personale del comparto istruzione e ricerca e introdurre misure di welfare adeguato”, il ddl punta a ridurre l’aliquota di computo utilizzata per determinare l’onere a carico del personale interessato a riscattare il corso di studi universitario a costi più contenuti. Come? Riducendo l’aliquota al 5% “l”onere da sostenere, per ogni anno di studi, risulterebbe pari a poco più di 900 euro, importo che si ritiene sostenibile anche per le finanze dello Stato”.
Le finalità del ddl
Il disegno di legge – nelle intenzioni della promotrice – vuole riconoscere il valore della formazione universitaria e restituendo “dignità a chi lavora ogni giorno nelle scuole, nelle università, nei conservatori e negli enti di ricerca”. Non solo professori, ma anche personale amministrativo sempre più qualificato, che negli ultimi anni ha visto crescere le richieste di titoli e competenze. Il provvedimento prende esempio da quanto già avviene in altri settori: gli ufficiali delle forze armate, ad esempio, hanno diritto al riscatto della laurea interamente a carico dello Stato. In Germania, invece, il riscatto degli anni universitari è addirittura gratuito. In Italia, spiegano i promotori, “è arrivato il momento di colmare questo gap e di costruire un sistema di welfare professionale all’altezza degli standard europei”.
Ma non si tratta solo di pensioni. La proposta si inserisce in un ragionamento più ampio che riguarda la salute psicologica dei docenti, la sicurezza sul lavoro e, soprattutto, il ricambio generazionale. Anticipare l’età pensionabile permetterebbe infatti di dare spazio a giovani insegnanti, portando nuova energia nelle aule e offrendo agli studenti una formazione più moderna e di qualità. Un obiettivo che si lega anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che già insiste sulla necessità di valorizzare la formazione permanente e di favorire l’ingresso di personale qualificato nella pubblica amministrazione. “Il compito di uno Stato – si legge nella relazione al testo – è quello di investire nelle competenze e nel benessere di chi forma le nuove generazioni. Non possiamo più permetterci di restare indietro rispetto al resto d’Europa“.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

