Povertà, il Sud arranca ma la Sicilia sorprende: tutti i dati - QdS

Povertà, al Sud ancora forte rischio ma la Sicilia sorprende: dati in miglioramento

Povertà, al Sud ancora forte rischio ma la Sicilia sorprende: dati in miglioramento

Salvatore Rocca  |
mercoledì 14 Giugno 2023

Il Meridione d'Italia si trova ancora in difficoltà per quanto concerne la lotta alla povertà. La Sicilia è la nota positiva inattesa. Ecco i dati diffusi dall'Istat.

Il Mezzogiorno resta ancora l’ultima ruota del carro per quanto riguarda la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale. Si tratta dell’allarme lanciato dall’Istat attraverso la pubblicazione del report “Condizioni di vita e reddito delle famiglie” che analizza i dati che comprendono gli anni 2021 e 2022.

Al Sud sempre più persone a rischio povertà

In base ai contenuti diffusi, il Sud del Paese arranca con la percentuale più alta di soggetti a rischio, ben il 40,6%. Un dato, quello del 2022, che rimane praticamente uguale a quello dell’anno precedente.

L’indicatore segnala poi una crescita della quota di individui che si trovano a rischio di povertà, 33,7% rispetto al 33,1% del 2021. Viene rilevato, comunque, un segnale “positivo” della riduzione della quota di individui che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, per un dato relativo al 2022 che indica il 17,1% rispetto al 19,5% del 2021.

Povertà ed esclusione, in Sicilia si riduce il gap

Sud in difficoltà, abbiamo detto. Ma al di sotto di Roma esistono comunque delle sorprese apparentemente inattese. Si tratta della Sicilia dove – insieme alla Campania – viene indicata la riduzione del rischio di povertà o esclusione sociale.

Il dato in controtendenza rispetto al resto del Meridione viene confermato dai valori presenti in tutti e tre gli indicatori utilizzati dall’Istat: rischio di povertà, grave deprivazione materiale e sociale e bassa intensità di lavoro. Dal 2021 al 2022, il rischio di povertà per la Sicilia è passato dal 38,1 al 36,8. Una percentuale ancora alta, ma in discesa rispetto ai valori in crescita delle altre Regioni del Sud Italia.

Per quanto concerne la grave deprivazione, la Sicilia nel giro di 12 mesi una riduzione dal 7,9 al 6,1. Il decremento della bassa intensità di lavoro nell’Isola è passato dal 22,1 del 2021 al 14,3 del 2022.

Sicilia ancora in basso nelle classifiche europee

Una nota lieta in un “mare” di ostilità, si pensa che la Sicilia continua ugualmente a rimanere una delle Regioni europee dove il rischio povertà è maggiore.

Secondo i più recenti dati Eurostat, infatti, la più grande Isola del Mediterraneo continua a rimanere in coda alle classifiche anche per questo parametro. Una situazione pressoché stabile rispetto a quella fotografata dallo stesso Ufficio statistico dell’Unione Europea nel 2021.

Povertà, le Regioni del Sud restano al palo

Ma torniamo al report dell’Istat. Le altre Regioni del Sud non riescono a tenere lo stesso ritmo, ma anzi peggiorano nei tre indicatori. In particolare, a sprofondare sono Sardegna e Calabria dove viene segnalato un passo indietro in bassa intensità di lavoro e grave deprivazione.

La musica cambia nel Nord Italia. Così come sottolineato dall’Istat, “vi è un deciso miglioramento delle condizioni di vita e dei livelli reddituali delle famiglie”. Sorride specialmente il Nord-Est dove viene confermata “la ripartizione con la minore quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale del paese (12,6% rispetto al 14,2% del 2021)”.

Dati positivi al Nord e al Centro

A Settentrione bene anche Lombardia e Piemonte, mentre la Liguria si discosta dal trend della macro area a causa dell’aumento del rischio di povertà e della bassa intensità di lavoro.

Anche al Centro si registra la riduzione della popolazione a rischio di povertà o inclusione sociale (19,6% rispetto a 20,4% del 2021). Tra le Regioni brilla la Toscana dove tutti e tre gli indicatori sono in miglioramento. Attenzione, però, alle Marche e al Lazio dove viene riscontrato un aumento della povertà e della bassa intensità di lavoro.

Povertà, l’allarme Istat: “Un quarto della popolazione italiana a rischio”

“Nel 2022 – sottolinea l’Istat – poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, quasi come nel 2021 (25,2%). Tuttavia, con la ripresa dell’economia, si riduce significativamente la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,5% rispetto al 5,9% del 2021) e rimane stabile la popolazione a rischio di povertà (20,1%)”.

Nel 2021 il reddito medio delle famiglie (33.798 euro) è tornato a crescere sia in termini nominali (+3%) sia in termini reali (+1%). Nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,6 volte quello delle famiglie più povere (rapporto sostanzialmente stabile rispetto al 2020). Tale valore sarebbe stato più alto (6,4) in assenza di interventi di sostegno alle famiglie”.

Foto di repertorio

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