Rischio vulcanico, alleanza Sicilia-Campania. Isola “aperta” in caso di emergenza Vesuvio - QdS

Rischio vulcanico, alleanza Sicilia-Campania. Isola “aperta” in caso di emergenza Vesuvio

Rosario Battiato

Rischio vulcanico, alleanza Sicilia-Campania. Isola “aperta” in caso di emergenza Vesuvio

domenica 14 Luglio 2019

Piano per trasferire al di qua dello Stretto circa 100 mila cittadini della zona rossa vesuviana. I comuni campani coinvolti sono Trecase, Scafati e i quartieri Chiaia e San Ferdinando di Napoli

PALERMO – Ci sono due Regioni sorelle che, nel nome del rischio vulcanico, sono pronte a darsi assistenza. Sicilia e Campania, segnate dalla straordinaria presenza di Etna e Vesuvio, conoscono molto bene vantaggi e pericolosità di due presenze così diverse eppure così ingombranti.

In quest’ottica, secondo la deliberazione di presa d’atto della Giunta regionale dello scorso 27 giugno, sono stati stipulati degli accordi per disciplinare le attività ai fini dell’allontanamento, trasferimento ed accoglienza della popolazione dei Comuni della zona rossa vesuviana in Sicilia, in caso di ripresa dell’attività vulcanica. Un piano che coinvolgerebbe circa 100 mila ospiti.

LA DELIBERA REGIONALE
La Regione, con la delibera, ha preso atto dei Protocolli d’intesa trasmessi dal Dipartimento regionale della protezione civile per “rendere operativi i gemellaggi di cui alle direttive del Presidente del Consiglio dei Ministeri del 14 febbraio 2014 e del 24 giugno 2014” e ha inoltre dato mandato al dirigente generale del Dipartimento regionale della protezione civile di “individuare e nominare il rappresentante della Regione Siciliana nel Gruppo di Lavoro previsto nei protocolli”.

IL PROTOCOLLO
Si chiama “pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico del Vesuvio e dei Campi Flegrei” e contiene i protocolli di intesa tra la Regione Siciliana, la Regione Campania e i comuni gemellati.

LA PIANIFICAZIONE
Il documento sottoposto all’attenzione della Giunta regionale, la cui delibera di presa d’atto è arrivata il 27 di giugno, precisa che “come previsto dalla pianificazione ufficiale (DPC), al verificarsi degli eventi vulcanici (Vesuvio/Campi Flegrei), l’intervento della Regione Siciliana prende le mosse con il trasferimento della popolazione dai comuni campani gemellati con la Regione Siciliana – Trecase e Scafati per il rischio Vesuvio e i quartieri di Napoli Chiaia e San Ferdinando per il rischio Campi Flegrei – nelle aree di incontro (porti di Salerno e Castellammare di Stabia) e prosegue con il trasferimento nei punti di accoglienza da individuarsi nel territorio siciliano”.

I COMUNI COINVOLTI
Si tratta complessivamente di 59.655 abitanti tra Trecase (8.969) e Scafati (50.686), rispettivamente in provincia di Napoli e Salerno, per quanto riguarda il rischio Vesuvio, e altri 44.393 per il rischio Flegrei tra quartiere Chiaia (40.393) e quartiere San Ferdinando (4.000). La distribuzione degli abitanti da ospitare presso i comuni gemellati vedrebbe le due porzioni più sostanziose, per quanto riguarda il rischio Vesuvio, tra la provincia di Palermo (14.955) e quella di Catania (13.171). Coinvolte sarebbero comunque tutte le province siciliane.

Il tasso più elevato di “ospiti per comune” spetterebbe alla provincia di Ragusa (318), seguita a pari numero (227) da Catania e Siracusa. Distribuzione simile per proporzione, seppur con valori assoluti differenti, si rintraccia anche per il rischio Flegrei, con Palermo (11.129 ospiti) e Catania (9.801) in cima e poi a seguire tutte le altre. Ancora Ragusa la prima per l’indice che misura gli ospiti per comune (236), seguono Catania e Siracusa (169).

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