Riscossione Sicilia, si aprono spiragli di luce sul futuro dei lavoratori - QdS

Riscossione Sicilia, si aprono spiragli di luce sul futuro dei lavoratori

Raffaella Pessina

Riscossione Sicilia, si aprono spiragli di luce sul futuro dei lavoratori

sabato 24 Ottobre 2020

Sorce al Qds: “Le trattative per il passaggio dell’Azienda in AdE-R sono in avanzato stato”. Il vicedirettore generale: “I 5 milioni assegnati dal governo regionale? Insufficienti”

ROMA – Potrebbero esserci a breve importanti novità per i circa 600 dipendenti della collegata regionale “Riscossione Sicilia” in liquidazione da anni e che attendono di conoscere il proprio futuro, se saranno assorbiti o meno dall’Agenzia delle Entrate, che subentrerà in Sicilia per la riscossione dei tributi.

Secondo il Direttore Generale Ermanno Sorce, che abbiamo intervistato chiedendogli a punto è la trattativa per l’assorbimento del personale di Riscossione Sicilia in Agenzia Entrate-Riscossione, le trattative sono in avanzato stato.

I lavoratori sono sospesi in un limbo contrattuale da anni, senza conoscere quale fine faranno. Con la legge regionale 16/2017, il Parlamento Regionale ha deciso di cedere attività e personale di Riscossione Sicilia Spa all’Ente nazionale Agenzia delle Entrate Riscossione, a seguito di accordo con lo Stato.

Nel mese di marzo di quest’anno i dipendenti hanno organizzato anche una protesta sotto le finestre di Palazzo d’Orleans per sollecitare il presidente della Regione a farsi portavoce con il governo nazionale per risolvere questa crisi e soprattutto tenere accesi i riflettori su questa vicenda.

E proprio al direttore Sorce abbiamo chiesto se secondo lui il governo Musumeci ha fatto tutto ciò che era in suo potere per sollecitare il governo Conte su questa questione. “Il Presidente Musumeci – ha risposto Sorce – puntualmente e con personale riferimento ha attivato i canali istituzionali per la definizione della problematica”.

Numerosi gli interventi da parte del governo regionale per risanare i debiti della partecipata e per provvedere alla ricapitalizzazione di uno dei cosiddetti carrozzoni mangiasoldi.
Anche la Corte dei Conti negli anni è intervenuta rilevando la gravità del debito prodotto da questa società ogni anno e nell’aprile 2017 l’Ars ne ha approvato la liquidazione, stabilendo che sarebbe subentrato l’ente nazionale che già si occupa di riscuotere i tributi in tutte le altre regioni d’Italia.

Ma da quella data ad oggi non accaduto nulla di concreto e nessuno ha dato garanzie di passaggio automatico dal vecchio al nuovo ente. Quest’anno il governo Musumeci ha assegnato 5 milioni di euro per fronteggiare il debito ma sembra essere una goccia nell’oceano, come ha ben spiegato il D.G. Sorce: “I circa 5 milioni assegnati ai sensi dell’art. 12 della LR 7/2020 in favore di Riscossione Sicilia spa, sono insufficienti a fronteggiare la difficile situazione finanziaria in cui versa la Società. Si tratta de il saldo delle spettanze maturate in favore dell’Azienda a titolo di rimborsi spese /diritti di notifica per gli anni 2000/2010. Ad oggi è stato erogato un acconto pari a circa 3 mln. Quindi non si tratta né di erogazione di somme a “fondo perduto” né di “anticipazioni per compensare il mancato aggio”, bensì di erogazione di somme spettanti ex lege a Riscossione Sicilia spa”.

In un comunicato il governo regionale ha spiegato che le risorse provengono dal risultato positivo del lungo negoziato avviato con lo Stato, fin dall’inizio di questa legislatura, che ha consentito di estendere anche alle Regioni a Statuto speciale la moratoria delle quote capitale dei mutui. Un’operazione che comporta una riduzione del contributo della Sicilia alla finanza pubblica”.

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