Riserva naturale di San Gregorio, una “questione identitaria” - QdS

Riserva naturale di San Gregorio, una “questione identitaria”

Riserva naturale di San Gregorio, una “questione identitaria”

venerdì 10 Luglio 2020

SAN GREGORIO (CT) – Interesse e successo ha ottenuto l’incontro, organizzato dall’associazione “Radiusu” e patrocinato dall’assessorato alla Cultura del Comune, sulla Riserva naturale “Complesso Immacolatelle e Micio Conti” tenutosi domenica 5 luglio.

L’intervento di apertura, davanti ad un nutrito pubblico di appassionati provenienti anche dai Comuni vicini, è stato affidato all’assessore al Turismo e Verde pubblico, Giovanni Zappalà, che ha ribadito “come la Riserva debba tornare al centro dell’attenzione dell’Amministrazione – ha detto -, non possiamo permettere che tutto il lavoro fatto in precedenza non abbia continuità. Per noi – ha continuato è un fiore all’occhiello ed è una forte attrazione turistica. Anche la Regione deve riaprire le trattative per la conclusione dell’iter. Parole di elogio ha poi espresso per l’Associazione ‘Radiusu’ che sin dal 1983 si è battuta affinché la Riserva diventasse tale”.

Subito dopo vi è stato l’intervento dell’assessora alla Riserva e alla Cultura, Giusi Lo Bianco, che ha tracciato, a volo d’uccello, tutto il difficile cammino burocratico per istituire la Riserva; dal 1983, quando inizia il primo interesse dell’amministrazione comunale sollecitata dall’associazione “Radiusu” fino al 1998 anno dell’istituzione della neonata Riserva; fino poi al 2000, anno in cui la gestione della Riserva viene affidata al Cutgana, centro interuniversitario che tutt’oggi la gestisce; e ancora al 2015 quando la Riserva viene designata Zona speciale di conservazione (Zsc): “È arrivato il momento – ha sottolineato Lo Bianco – che tutti gli attori, dai proprietari al Cutgana, dal Comune alle associazioni di categoria, attivino un tavolo di lavoro per riannodare i fili di questa matassa”.

Il presidente dell’associazione “Radiusu” promotrice del workshop, Alfio Patti, ha relazionato in sintesi, sul paesaggio antropico dell’area, sulla presenza delle “casedde” delle “rasule”, delle “saje”, “muri a curdo”, la Guardiola di fine XVII secolo, insomma su tutto ciò che la mano dell’uomo ha modificato nella zona; ricordi della seconda guerra mondiale quando i sangregoresi si rifugiavano nelle grotte durante i bombardamenti, una sorta di “amarcord” di storia e leggenda. Quindi gli aspetti faunistici, floristico-vegetazionali e speleologici nella sintetica illustrazione delle oltre 9 grotte di scorrimento lavico createsi tra i 4.000 e i 2.000 anni fa.
A chiudere la serata, arricchita dalle proiezioni di immagini nel grande schermo dell’ex cinema Sciuto (oggi Arena Dalla Chiesa) è stata Antonella Leone, ideatrice di un progetto per la fruizione dell’area per le persone con difficoltà motorie.

“Appena arrivata a San Gregorio – ha spiegato l’arch. Leone – ho saputo di questa bella realtà ed ho elaborato questo progetto che ho già consegnato al sindaco, Carmelo Corsaro, perché lo visionasse”.
A conclusione sono stati distribuiti ai presenti gratuitamente oltre 120 libretti a colori che in sintesi racchiudono la vita della Riserva. Alfio Patti ha ringraziato l’amministrazione comunale per aver sposato l’iniziativa “che ha permesso – ha detto – di puntare un riflettore su una realtà della quale non si possono ignorare le difficoltà per la sua totale e fattiva realizzazione”.

Chi è interessato ad avere il libello potrà richiederlo, a giorni, sempre gratuitamente, presso l’Ufficio dell’Urp di piazza Marconi o presso la sede della Pro Loco di San Gregorio di Via Scuole.

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