Continua la polemica riguardante le risorse FSC, il Fondo di Sviluppo e Coesione 2021/2027. Negli scorsi giorni, infatti, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, aveva respinto le responsabilità sul taglio di ben 338 dei fondi FSC, definanziati dal Cipess perché non sono state realizzate obbligazioni giuridicamente vincolantì nel 2022 e nel 2023, non rispettando quindi la tempistica di realizzazione dei progetti. Il governatore, di conseguenza, ha attribuito la colpa al governo del suo predecessore e cioè a Nello Musumeci.
La nota della Cgil: “Regione chiarisca, non possiamo perdere i finanziamenti”
Sulla questione è intervenuta nelle ultime ore la Cgil che, per bocca del segretario confederale regionale Francesco Lucchesi, ha chiesto alla Regione Siciliana di fornire un quadro esatto della situazione alla data di oggi.
“Solo il 23% delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2021/2027, su un ammontare complessivo di 237 milioni, risulta impegnato, secondo la rilevazione al 31 agosto della Ragioneria generale dello Stato”. C’è il rischio concreto – continua – di perdere ancora risorse destinate all’infrastrutturazione materiale e immateriale della Sicilia”. Il sindacato chiede contemporaneamente alla Regione di “fornire un quadro esatto della situazione alla data di oggi e di rendere note le eventuali iniziative assunte per scongiurare il definaziamento”. Nella nota la Cgil ricorda che “si tratta di obbligazioni giuridicamente vincolanti, ai sensi dell’art.2 dell’Accordo di Coesione sottoscritto col Governo nazionale”. E che “la Sicilia non può permettersi di perdere questi finanziamenti”.
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