È un nostro mantra quello delle tre R: Rispetto, Regole, Risultati. Io credo che tutte le persone di buonsenso dovrebbero tenere presenti queste tre parole, comprendendone il profondo significato per metterlo in pratica tutti i giorni.
La prima di esse è Rispetto. Come abbiamo scritto più volte, a nostro molto modesto avviso, questa parola avrebbe potuto sostituire i Dieci Comandamenti, i quali, nel loro significato, ce l’hanno intrinseca.
Rispetto per il popolo, Rispetto per le istituzioni, Rispetto per la Cosa pubblica, Rispetto per se stessi, Rispetto per chi la pensa diversamente da noi (ricordate Voltaire?), Rispetto per tutti gli esseri viventi, Rispetto per il Pianeta.
Eppure, essendo una parola che indica un comportamento e uno stato mentale – pilastro della convivenza – essa è ignorata da gran parte della gente, cioè da chi non tiene conto che senza Rispetto non si può fare nulla.
Sembra un’enormità quanto affermiamo, ma, se ci pensate, non lo è.
A nostro avviso il Rispetto viene prima dell’Affetto: come si può amare una persona, un animale, una cosa, un ambiente, un hobby, un lavoro o altro se non c’è Rispetto verso tutto ciò? Rispetto vuol dire stare sempre un passo indietro, essere consapevoli della nostra immensa ignoranza, non avere alcuna supponenza, ritenere che siamo esseri umani, dotati di quella meravigliosa macchina che è il cervello, che dovremmo usare costantemente, in modo da comportarci da persone rispettose verso il mondo esterno, verso gli altri, verso tutti.
Questa consapevolezza spesso non viene trasmessa da scuole e università, cosicché nelle Comunità manca un pilastro fondamentale della convivenza civile.
L’altra parola è Regole, il che significa che i nostri comportamenti, le nostre attività, le nostre azioni, dovrebbero sempre seguirle. Prime fra esse sono quelle etiche, quelle eterne, che esistono da cinquemila anni e sono state scritte e descritte da migliaia o decine di migliaia di pensatrici e pensatori, le quali e i quali ce le hanno rappresentate in tutte le salse. Ovviamente le Regole non sono tutte buone; ci sono anche quelle cattive.
Ed è lì che dev’esserci una sorta di discernimento per distinguere le une dalle altre, in modo da comportarsi in modo adeguato. Intendiamoci, ci sono anche le Regole della mafia o di altre organizzazioni criminali, ma esse, appunto, devono essere ben identificate, in modo da combatterle ed estrometterle dal consesso civile.
Questo fatto è poco comune, anzi è trascurato, per cui molte persone continuano ad andare avanti senza Regole e quindi a non tenere conto dei punti di riferimento che ognuno dovrebbe avere, per condurre una vita all’insegna dei principi morali, basati su Regole adeguate.
Quanto scriviamo non sempre si comprende, ma non perché le persone non abbiano sufficiente intelligenza, bensì perché non vogliono comprendere o sono superficiali, per cui omettono di osservare le Regole e si comportano come se non vivessero in una Collettività.
Quelle che precedono non sembrino parole pesanti o moralizzatrici, ma vogliono semplicemente tratteggiare la realtà, senza infingimenti od omissioni.
Infine arriva la terza R: Risultati. C’è tanta gente che blatera, che illude, che fa giochi di prestigio, che spiega l’inspiegabile e così via. Questa gente non è degna di fede né onorabile in quanto inganna i terzi.
Quello che noi facciamo deve produrre un qualche risultato o un insieme di risultati, possibilmente buoni, ma anche mediocri. Spesso, però, giriamo a vuoto perché non produciamo alcun risultato, con la conseguenza che vanifichiamo la nostra attività e le relative energie che spendiamo, il che è deleterio per noi e per gli altri.
Tutti dovrebbero avere un progetto di vita e una linea da seguire, al termine della quale dev’esserci un Risultato.
Quando si parla di quel valore fondamentale che è il merito, bisogna sempre agganciarlo a Regole e Risultati, perché è proprio questo che misura il merito.
Il resto lasciamolo al campo delle fandonie e dei fattucchieri.

