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sabato 11 Dicembre 2021

Il filo che unisce i vecchi democristiani residuali, dopo l’addio di Mattarella, cerca qualcuno che conosca le regole scritte e soprattutto non divulgate di antichi costumi istituzionali

Se si è risvegliato Mastella da Benevento è ovvio che un filo di Arianna si è messo in moto. Come nel film di Penny Marshall, con due giganti come Robert De Niro e Robin Williams, i democratici cristiani, sparsi ovunque nella diaspora della fine della prima Repubblica, è stanno risvegliando, in questa piovosa stagione invernale con le luci accese solo sul Quirino il Colle della Repubblica. Dove, per chi non avesse studiato diritto costituzionale, c’è il vero potere di una Repubblica che i padri costituenti avevano costruito sul bilanciamento dello stesso.

Immagino un florilegio di sommesse e felpate telefonate, tra Franceschini e Guerini, tra Castagnetti e Mannino, tra Rotondi e Tabacci, tra Bernini e Bazoli.
Il filo che unisce i vecchi democristiani residuali, dopo l’addio di Mattarella, cerca qualcuno che conosca le regole scritte e soprattutto non divulgate di antichi costumi istituzionali, in un tempo decostruente, tra populismi di opposte visioni. È indubbio che la tradizione democristiana ha incarnato la Trinità tra Stato, Politica e Società su cui si è fondata la Repubblica. Non ha oggi la forza propulsiva di essere maggioranza relativa, ma può rappresentare un arbitrato utile per un paese confuso che si agita a vuoto da troppi lustri.

Al di là delle simpatie o meno Casini è sicuramente un moderato di centrodestra, ne è stato uno dei fondatori, eletto dal centrosinistra a Bologna, e quindi da questi non rinnegabile.
Potrebbe riprendere il filo della Repubblica parlamentare partendo da una legge elettorale, che ritorni a fare votare i cittadini dandogli rappresentanza, sacrificata per una presunta, ma non ottenuta, governabilità.
Ha uno sponsor determinante nell’uomo di Rignano, l’uomo che sussurra ai deboli leader. Che dice o lui o Draghi. Spaventando, e lo fa apposta, molti, soprattutto a sinistra, e convincendo i leghisti nell’altro campo.

Alla fine se ne farà una ragione pure Berlusconi, che vuole passare per statista e farsi nominare senatore a vita, come un Leone d’oro alla carriera in una vita da film.
Pierferdinando, il canuto ultimo dei Mohicani democristiani, rappresenta la plastica visione di un modello politico, quello del compromesso utile, rifiutato da decenni di bipolarismo virtuale ma non sociale. L’unica forza avversa a Casini è quella che abbatté il Commissario Europeo Buttiglione. La Massoneria, che ha un proprio candidato filosofo, liberale di alto profilo istituzionale.
Il modello Democristiano serve oggi? Secondo me si. A meno che non piaccia di più il decisionismo autocratico incarnato da Mario Draghi.

Così è se vi pare.

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