Rita Abela, bandito nel western "Il mio corpo vi seppellirà" - QdS

Rita Abela, bandito nel western “Il mio corpo vi seppellirà”

Rita Abela, bandito nel western “Il mio corpo vi seppellirà”

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mercoledì 17 Marzo 2021

Il 12 marzo è uscito il film prodotto da Ascent film, Rai Cinema col sostegno dell’Apulia Film Commission, con la regia di Giovanni La Pàrola che segna il debutto al cinema dell'attrice siciliana.

Siciliana, classe 1984, Rita Abela ha scoperto la vocazione per la recitazione entrando a teatro da bambina dove affronta le prime esperienze nel campo artistico della sua città.

Il 12 marzo è uscitoIl mio corpo vi seppellirà”, film prodotto da Ascent film, Rai Cinema col sostegno dell’Apulia Film Commission, con la regia di Giovanni La Pàrola che segna il debutto al cinema di Rita Abela.

Lo scenario è un western garibaldino ambientato nel regno delle due Sicilie nel 1860, che celebra il cinema di genere che rende protagoniste quattro bandite chiamate “Drude” che sono alla ricerca della loro personale vendetta. Insieme a Rita Abela, nel film ci sono attori del calibro di Miriam Dalmazio, Antonia Truppo, Margareth Madè, Guido Caprino e Giovanni Calcagno.

In occasione dell’uscita
del film su tutte le piattaforme streaming, abbiamo intervistato Rita Abela in
un intenso dialogo/ viaggio all’insegna della scorperta de “Il mio corpo vi
seppellirà” e dei progetti futuri dell’attrice quali “Il Cacciatore 3” diretto
da Davide Marengo e “Big” cortometraggio con la regia di Daniele Pini.

Il 12 marzo è uscito “Il
mio corpo vi seppellirà”, un film con una grandissima produzione. Come sei
riuscita a far parte di questo progetto cinematografico?

Rita Abela

“Tramite provini. Prima tramite safe tape ossia un video che si registra da soli e serve a passare la prima scrematura. Superate diverse fasi, sono arrivati i provini in presenza con Valeria Miranda, la casting o con Giovanni (ndr La Pàrola). Abbiamo fatto dei provini di gruppo meravigliosi perché, seppur faticosi, sono stati molto intensi dato che veniva ricreato di volta in volta il gruppo delle Drude. Da lì ho iniziato a conoscere anche le colleghe con cui ho lavorato sul set. A maggio 2018 ha preso il via la lavorazione del film”.

Il film ha
un’ambientazione western e al centro ha la narrazione della vita delle Drude.

“Sì! Sono quattro donne unite da un sentimento di sorellanza. Sono bandite e si chiamano Drude. Hanno delle storie completamente diverse tra loro, ma si legano in questo momento particolare di resistenza. Non siamo sorelle, ma ci sentiamo tali anche perché sul set e fuori dal set si è creato un rapporto meraviglioso con le altre attrici protagoniste”.

Chi è il tuo personaggio?

“Io sono Ciccilla. Tra le quattro è la più istintiva. Il suo è un istinto quasi animalesco perché lei annusa le persone, è una donna diffidente. È anche la più crudele perché nelle azioni efferate che compie mette anche delle punte di sadismo. Nulla di più distante da me e proprio per questo è stato così interessante scrutarne le profondità. È un personaggio con un vissuto violento e probabilmente lì affondano le radici di questa violenza. Ha un modo tutto suo di vendicarsi, soprattutto con gli uomini”.

Ci racconti qualche
aneddoto del set che ha solidifcato il rapporto con le altre attrici
protagoniste?

“Ce ne sarebbero tantissimi da raccontare perché abbiamo trascorso insieme un periodo abbastanza lungo. Considera che noi abbiamo girato per un periodo in Puglia, a volte in orari infelici ossia all’ora di punta con il sole cocente. Abbiamo condiviso anche la fatica di questo lavoro. Una delle location era su una grotta che esiste nella realtà. Si trova proprio in cima e bisognava fare una mezz’ora di cammino in salita con l’ultima parte impervia. Arrivavamo sfinite. Sono stati momenti in cui è stato bello stare tra noi, ma anche a contatto con la natura. Ci sono stati anche momenti di profondissima commozione legati ad una delle scene finali del film”.

Dicevamo che “Il mio
corpo vi seppellirà” ha un’ambientazione western, rara nelle recenti produzioni
italiane.

“Il regista è assolutamente visionario. Insieme ad Alessia Lepore ha scritto una sceneggiatura incredibile. Lo stesso regista lo definisce un “western borbonico” perché è ambientato nel sud d’Italia durante il Regno delle due Sicilia. Ed è un film unico nel suo genere perché è un western borbonico che parla di donne messe in scena come guerriere che difendono il loro territorio e la loro identità”.

“Il mio corpo vi
seppellirà” è il tuo debutto al cinema, dopo tanti anni di teatro. Hai
riscontrato delle differenze?

“Avevo già lavorato davanti la macchina da presa con Pupi Avati e in “Il cacciatore”. Certamente il teatro è il mio primo amore perché lì mi sono formata. Ci sono le differenze perché ci sono dei linguaggi diversi seppur dello stesso mestiere. È chiaro che devi lavorare in sottrazione e questo è un aspetto del lavoro che mi piace moltissimo. Io sono molto metodica nello studio dei personaggi. Cerco di approfondire il più possibile il contesto storico e il passato dei personaggi, magari anche ricostruendolo. Questa metodologia di studio la applico indistintamente dal progetto lavorativo. Ciò che cambia è la modalità di recitazione”.

Cinema e Pandemia al
momento sono distanti. Come hai vissuto questo periodo?

“Nella prima fase ho cercato di accogliere al meglio il vuoto che questo periodo ha lasciato. Sono anche stata fortunata perché sono stata impegnata anche in altri set per cui questo vuoto è stato riempito da alcune occasioni lavorative. Non posso fare a meno di riflettere sulle condizioni generali dello spettacolo dal vivo. Ciò che ferisce è che andare al cinema o al teatro sono atti collettivi fondamentali per una società perché curano l’anima, stimolano il pensiero critico. Di questo c’è tanto bisogno, soprattutto alla luce di cosa sta succedendo. Oltre 300.000 lavoratori dello spettacolo dal vivo stanno soffrendo molto per la mancanza di adeguati ammortizzatori sociali. È stato ed è un periodo di profonda riflessione e di studio”.

Oltre “Il mio corpo vi
seppellirà”, sei presente anche in “Il cacciatore 3”, girato durante la
pandemia. Com’è stato lavorare sul set con la pandemia?

“È stato diverso e particolare con i protocolli di sicurezza e i tamponi in continuazione. Eppure avviene quella magia per cui ad un certo punto mentre sei sul set a lavorare, dimenticavo quella pesantezza. Ero proiettata su quello che stavo facendo. E ciò mi conferma quanto sia importante fare un mestiere che ci appassioni o che si ama fare”.

Qual è il tuo ruolo ne
“Il cacciatore 3”?

“Interpreto Giusy Vitale che è un personaggio realmente esistito ed esistente e per il quale ho fatto uno studio diverso e particolareggiato. Nella terza stagione, Giusy ha un’evoluzione bellissima sia dal punto di vista personale e dal punto di vista di ruolo che assume nella cosca mafiosa. Giusy viene studiata nelle riviste internazionali come la prima donna ad essere capo di un mandamento mafioso”.

Sarai anche in “Big”, il
corto di Daniele Pini in cui hai un ruolo da protagonsita..

“Mi è piaciuto molto affrontarlo perché parla di una ragazza piena di fragilità. Spero si potrà vedere già questa estate”.

Sandy Sciuto

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