PALERMO – Un fiore all’occhiello. Se la conoscenza dipendesse soltanto dalla relazione sulle performance registrate nel corso del 2024, la Regione Siciliana non potrebbe essere definita in altro modo. Purtroppo, però, quella che emerge dalle quasi cinquecento pagine di cui è composto il documento approvato il 17 giugno dal governo Schifani non è tanto una fotografia, ma un acquerello impressionista. Pochi tratti che condensano in sé un’impressione, senza curarsi di restituire i singoli dettagli dell’oggetto di studio.
Il risultato è quello di sottolineare ancora di più lo scollamento tra chi si muove nei palazzi del potere – in questo caso burocratico, ma a propria volta diretta espressione di scelte politiche – e chi invece conduce la propria vita all’esterno. Ovvero i cittadini, ai quali, da una parte all’altra dell’isola, non mancano occasioni per storcere il naso davanti alle tante (troppe) criticità che caratterizzano la gestione della cosa pubblica. Tale premessa è d’obbligo per parlare di come, carte alla mano, quello passato sia stato un anno di assoluti successi per praticamente tutti i rami della pubblica amministrazione regionale. A dichiararlo è stato l’Organismo indipendente di valutazione (Oiv), guidato da quel Ninni Sciacchitano di recente finito sulle prime pagine dei giornali con l’accusa di essere a capo di un’associazione a delinquere…