Ritorno al nucleare, fusione non fissione - QdS

Ritorno al nucleare, fusione non fissione

Carlo Alberto Tregua

Ritorno al nucleare, fusione non fissione

venerdì 17 Settembre 2021

Ambientalisti per il progresso

In Europa, Francia, Austria, Svizzera e Svezia producono energia mediante centrali nucleari che hanno al centro del loro processo la fissione.
L’Enel ha costruito quattro centrali nucleari in Slovacchia. Parecchia di questa energia viene importata dal nostro Paese ad un prezzo pari a quello dell’energia prodotta partendo da gas e petrolio (sostanze termiche). L’Italia non usufruisce del vantaggio del minor costo di produzione dei Paesi esportatori, i quali, nel loro mercato interno, favoriscono i consumi e la produzione.

Le nostre industrie ed i nostri consumatori sono sfavoriti perché pagano l’energia mediamente un terzo in più dei nostri partner europei. Questo gap incide sui conti pubblici e sulle tasche degli italiani, perché allora (2011) uno sconsiderato referendum portò gli italiani a votare per il fermo della costruzione di centrali atomiche. Il referendum fu pilotato da gente ignorante che illuse gli italiani che votarono no al nucleare.

È passato tanto tempo e la produzione di energia atomica ha fatto passi da gigante, tanto che, proprio in questi giorni, l’Eni ha comunicato che una sua controllata presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha ottenuto in via sperimentale l’energia dalla fusione magnetica e non più dalla fissione. L’energia prodotta è senza scorie e senza emissioni inquinanti, più potente rispetto alle attuali forme di produzione. Ciò accade perché viene riprodotto quello che succede nel Sole e in tutte le stelle, con la fusione di due atomi di idrogeno.

Come si vede, la deprecata energia atomica è ora – seppure in via sperimentale – trasformata in energia verde, proprio perché, ripetiamo, non vi sono scorie o emissioni inquinanti.

Certo, la ricerca deve continuare perché in atto l’energia prodotta in via sperimentale comporta l’impiego a monte di altra energia, per cui i conti non tornano. Infatti, l’energia prodotta costa di più dell’energia impiegata.

Ma questo importa poco perché, innestata la ricerca, via via il rapporto si invertirà, per cui si può ragionevolmente presumere che entro il 2030 si potranno costruire centrali nucleari verdi laddove l’energia impiegata sarà infinitamente minore di quella prodotta. Con ciò i conti torneranno.

Chi si è lanciato in questo nuovo filone avrà dei ritorni notevoli dal punto di vista economico, con riflessi favorevoli sull’economia di quei Paesi che riusciranno ad ottenere un’energia a basso costo e pulita. Ci dobbiamo augurare che i No-tutto non si mettano di traverso anche in questo periodo sperimentale, raccontando panzane che solo incompetenti ed ignoranti posso raccontare.

Ci vogliamo augurare altresì che gli ambientalisti si mettano alla testa del progresso e non cerchino di frenarlo come fanno i conservatori. Quello che conta nel futuro del mondo è ottenere energia pulita al più basso prezzo, perché così diventano più competitivi gli apparati produttivi ed il costo della stessa per i consumatori si abbassa.

Tutti i quotidiani in questi giorni strombazzano l’aumento della bolletta di luce e gas ed il Governo si è affrettato a mettere uno stop con l’intenzione di rivedere tali aumenti, probabilmente scaglionandoli.

Come è noto a tutti, il costo vero e proprio dell’energia è la parte minore del prezzo finale di ogni bolletta di luce e gas perché il resto è portato da imposte di ogni genere e tipo. Quindi, per non fare scattare gli aumenti, basta che il Governo diminuisca le imposte che gravano su consumatori e imprese. Ma questo farebbe diminuire le entrate nel bilancio e quindi bisogna fare molta attenzione.

Dopo l’uscita dall’Europa di Angela Merkel, arriverà un Cancelliere con una diversa impostazione economica. Il che significa che i mastini della Bundesbank, uniti a quelli di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia, faranno forte pressione sulla Bce perché diminuisca rapidamente gli acquisti di titoli di Paesi indebitati, il primo dei quali è proprio il nostro. Occorre perciò ritornare al pareggio di bilancio, cominciando col prossimo anno e completandolo nel 2023.
In questo quadro, la diminuzione del costo dell’energia è importante e farà bene il Governo a preoccuparsi di procedere in questa direzione, utilizzando l’innovazione.

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