L'assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina: "Vogliamo individuare una soluzione legislativa per arrivare all'elezione di primo livello". Proposta di legge anche a Roma
C’erano una volta le Province. E chissà che non possano tornare. A giudicare dalle intenzioni degli attuali governo, nazionale e regionale in Sicilia. Anche il nuovo assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina, non ha certo nascosto quale sia l’obiettivo. “Tra le priorità c’è sicuramente il ritorno alle Province. Per noi è fondamentale procedere alla riforma per arrivare all’elezione di primo livello. La nostra intenzione è individuare una soluzione legislativa per ridare ai cittadini il diritto di voto per il rinnovo delle Province”.
Anche il governo nazionale vuole il ritorno delle Province
In una proposta di legge depositata a prima firma del senatore di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni si legge che “la parola deve tornare ai cittadini che dovranno essere di nuovo chiamati a eleggere gli amministratori della propria provincia e della propria città metropolitana in osservanza dell’articolo 1 della Costituzione”, quello che appunto sancisce che la sovranità appartenga al popolo.
L’obiettivo sarebbe il superamento della legge Delrio del 2014, per “ripristinare la sovranità popolare sancita dall’articolo 1 della Costituzione”.
Silvestroni pone l’attenzione sulla “manifesta impossibilità degli enti provinciali e metropolitani di garantire i servizi preposti e, prioritariamente quelli della sicurezza, delle strade provinciali e delle scuole” e per questa ragione “è da ritenere urgente un intervento legislativo di profonda revisione della legge Delrio”.
Il testo della proposta di legge di Silvestroni
“Il presente disegno di legge si prefigge lo scopo di ripristinare la sovranità popolare sancita dall’articolo 1 della Costituzione attraverso la sola modalità costituzionalmente prevista, cioè il suffragio universale, e la reintroduzione dell’elezione diretta del presidente e dei consiglieri della provincia e, ovviamente, l’elezione diretta a suffragio universale per il sindaco e i consiglieri metropolitani”.
E infine, ribadendo che “la riforma dell’assetto territoriale provinciale non poteva e non doveva violare le disposizioni dell’articolo 1 della Costituzione, il quale sancisce che la sovranità appartiene al popolo e che il popolo esercita tale sovranità nelle forme e nei limiti della stessa Costituzione”, il disegno di legge punta ad abrogare alcuni comma della legge del 2014 e di eleggere a suffragio universale il presidente della provincia e i consiglieri provinciali.