Il giovane racconta le ore trascorse lontano da casa e le motivazioni del gesto. Gli inquirenti temevano il suo suicidio.
Due giorni trascorsi a Milano in compagnia di una amica di origine francese. Poi la decisione di porre fine alla fuga che aveva gettato nell’ansia i familiari, i compagni di squadra e gli amici, e, questa notte, il ritorno a casa.
Ha ricostruito così Sebastiano Bianchi davanti ai Carabinieri di Verbania che lo hanno sentito oggi pomeriggio, gli eventi delle ultime 48 ore, da quando, lunedì notte, aveva annunciato alla madre di aver deciso di passare la notte a Legnano, dove milita nella locale squadra di basket di serie B, in vista di un allenamento in programma la mattina seguente. Poi di Sebastiano si erano perso le tracce.
Le ricerche
La sua auto era stata trovata, aperta e con le chiavi inserite nel cruscotto, e il suo telefonino sul sedile con la rubrica e le chat cancellate. Subito erano scattate le ricerche: si temeva un gesto estremo, e per questo si è cominciato a cercare nelle acque del lago, proprio davanti al luogo dove era stata trovata la Bmw bianca del giovane cestista.
Sebastiano ha raccontato ai Carabinieri che con il trascorrere delle ore si è reso conto di quanto la sua fuga stesse creando agitazione e di quante persone erano impegnate a cercarlo. Sarebbe stata l’amica a scuoterlo e a metterlo davanti alla realtà, alla fine convincendolo a tornare a casa.
La tesi del suicidio
Per oggi le ricerche erano già pronte a ripartire, sia in acqua, che in altre direzioni. A quanto si è appreso, i Carabinieri però già nel pomeriggio di ieri si erano convinti che la tesi del suicidio non stava in piedi, ed hanno lavorato intensamente sulle immagini riprese da tutte le telecamere presenti della zona, facendosi un’idea fondata di come le cose potessero essere andate.
Il ritorno a casa del ragazzo nella notte ha interrotto le ricerche. Quanto alle motivazioni che lo hanno spinto a cercare di “sparire” nel nulla, Sebastiano si è limitato a dire ai Carabinieri: “Avevo bisogno di una pausa“.
I militari coordinati dal tenente colonnello Alberto Cicognani e dal capitano Luca Geminale, che hanno seguito le indagini, sono orientati secondo quanto si è appreso, a non ravvisare nessuna fattispecie di reato a carico del ragazzo. “Ora – dicono gli amici – Sebastiano ha solo bisogno di rimettersi in sesto”.
(Adnkronos)