Il senatore e leader di Italia Viva Matteo Renzi racconta alcuni aspetti della vita personale al podcast condotto da Luca Casadei “One More Time”. L’ex Presidente del Consiglio racconta alcuni dettagli della sua famiglia mentre Renzi era a Palazzo Chigi e su Silvio Berlusconi.
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Renzi: “Mia moglie Agnese è stata fondamentale”
Renzi ha governato dal 2014 al 2016 e racconta come la sua famiglia ha vissuto quel periodo: “L’età adolescenziale dei miei figli, medie e superiori, ha coinciso con l’impegno politico in prima persona. E lì non ti dico che mi sentivo in colpa, perché no, non è vero. Però oggettivamente li ho messi in una situazione di difficoltà perché i miei figli erano comunque giudicati innanzitutto per il cognome, quando io ero una delle persone più importanti d’Italia. Ho una grandissima ammirazione per i miei figli per come sono stati capaci di resistere a questo, perché è un bel test. Mia moglie è stata fondamentale, senza Agnese questa partita non l’avremmo vinta. Sono stati bravi anche molti degli insegnanti che hanno avuto, la maggioranza ha protetto”.
Sulla scelta di Agnese di non seguirlo a Roma Renzi ribadisce: “Quando io torno dalla settimana romana in cui capisco che tocca a me, parlo con Agnese e le dico “guarda mi sono un po’ informato, potremmo andare a vivere qui. C’è questa casa del Ministero che è a disposizione”. Mia moglie mi guarda e fa: “Io non vengo. Non è detto che tu resti per tanti anni a Roma, ma anche se tu lo facessi ci sarebbe bisogno di mettere sul piatto della bilancia l’esigenza tua e anche mia di starti accanto e l’esigenza dei figli. Spostiamo i figli con l’età, che allora era 13, 11 e 8, che devono iscriversi a scuola a Roma e andare con la scorta. Quindi tu te lo sogni, io non vengo”. Una decisione che lei prende, che io subisco, che lì per lì contesto, ma che oggi mi fa dire “grazie Agnese” perché hai salvato i figli e la famiglia”.
Il referendum perso nel 2016
Altro atto importante della vita politica di Matteo Renzi è la sconfitta al Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016: “Scopro la mattina che abbiamo perso. Io volevo davvero cambiare vita, lì in quel momento. Non ero arrabbiato, avevo fatto il mio. Mi chiama la Merkel che mi dice “Mi raccomando, non ti dimettere”. Alle nove e mezzo di sera chiamo Mattarella e gli dico “Sergio io mi dimetto”. Dormo come un bambino, poi torno a casa ed è un momento affascinante, un’esperienza umana incredibile perché la gente inizia subito ad accoltellarti. Eri l’uomo più importante d’Italia, gente che fino al giorno prima faceva a gara per venire a coccolarti, ti volta le spalle”.
Renzi: “Berlusconi è stato l’unico politico a esprimermi vicinanza”
“Ho vissuto dei momenti di buio anche personali, – ricorda Renzi – legati in qualche modo alla politica. Quando hanno arrestato i miei genitori e li hanno arrestati per colpa mia. Hanno indagato ti direi i 3/4 della mia famiglia. Ora lo dico con un sorriso perché sono usciti tutti. Hanno attaccato me, hanno perquisito i miei amici, sono venuti quelli della finanza in venti la mattina a rovistare nei miei comodini. Quel momento lì è stato un momento di buio vero. Ho deciso di denunciare i miei PM, vado all’attacco perché ho ragione. E abbiamo fatto ricorso in Corte costituzionale e abbiamo vinto. Cinque ricorsi in cassazione e abbiamo vinto. Io non sarò mai sufficientemente grato a mia moglie per avere resistito e sono grato ai miei figli per non aver mai dubitato di me che è l’unica cosa che mi commuove veramente”.
E su Silvio Berlusconi Renzi racconta: “La persona che più mi è stata vicina tra i politici è stata Silvio Berlusconi, che è una cosa che io non avrei mai immaginato. Io Berlusconi non l’ho mai votato e noi non abbiamo mai collaborato dal punto di vista politico. Mi fa la classica telefonata da Berlusconi dicendomi “Capisco tutto, ma la mamma no” e si mette a piangere al telefono. Aveva questo tratto umano straordinario, aveva questa capacità di compassione”.

