La scoperta è di quelle che fanno rabbrividire. In un bagno del liceo Giulio Cesare di Roma, dove in passato si erano registrati vandalismo e gesti contro le iniziative sulla violenza di genere, è comparsa una “lista degli stupri” con tanto di nomi e cognomi di studenti e studentesse scritti in rosso come se fossero un elenco di bersagli da colpire.
La scritta è apparsa due giorni dopo la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne celebrata il 25 novembre. Sono scattate delle denunce.
La denuncia di Zero Alibi: “Un muro può essere cancellato ma la cultura del messaggio va combattuta”
Il collettivo antifascista Zero Alibi ha denunciato il fatto e con una nota ha sottolineato: “Un muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no: va combattuta”. Per gli studenti si tratta della conferma che “viviamo ancora in una società patriarcale” e che “usare la violenza sessuale come arma, minaccia o scherno significa alimentare una cultura che ogni giorno opprime e uccide le donne”.
La polemica, spiegano i rappresentanti, non nasce dal nulla. “Pochi giorni fa – raccontano – sono stati strappati i fogli di una raccolta firme con cui molti studenti chiedevano maggiore attenzione sul tema della violenza di genere”.
La condanna della dirigente scolastica
Durissima, e non poteva essere diversamente, la presa di posizione della dirigente Paola Senesi: “Condanniamo qualunque violenza e stereotipo di genere, sia esso fisico, verbale, psicologico o digitale. Il nostro liceo non è e non sarà mai un ricettacolo d’intolleranza”. La preside ha espresso solidarietà agli studenti coinvolti e ha parlato di “scriteriata esternazione”.
Il ministro Valditara: “La scuola ha tutti gli elementi per procedere”
Sul fatto è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, che ha definito l’episodio “un fatto gravissimo che va indagato e sanzionato duramente”. Il ministro ha ricordato che “con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere”, e ha annunciato verifiche sui corsi di educazione al rispetto e alle relazioni previsti dalle nuove linee guida sull’educazione civica. Poi ha ribadito: “Nella scuola italiana non c’è spazio per violenza e discriminazione”.
I precedenti nel recente passato
“Negli anni scorsi il 25 novembre aveva già visto gesti violenti”, denunciano gli studenti: striscioni strappati e bruciati, finiti nel water. L’anno scorso era toccato ai cartelloni dedicati al numero anti-violenza 1522 e ai manifesti contro i femminicidi.
L’episodio riporta alla mente anche quanto accaduto al liceo Visconti nel 2023, quando venne ritrovata una “lista delle conquiste” compilata da cinque maturandi e appesa nei corridoi. Allora erano stati gli stessi ragazzi a presentarsi in assemblea dopo la denuncia.
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