La donna non è solo la moglie e la sorella di due capimafia, ma colei che gestiva gli affari e la comunicazione di tutta l'associazione.
I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Piero Padova e Gianluca de Leo, hanno chiesto la condanna a 20 anni di carcere per Rosalia Messina Denaro, sorella del boss di Castelvetrano.
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Ma Rosalia Messina Denaro è molto più della sorella del capomafia trapanese: alter ego del fratello, è la custode dei segreti della latitanza e dell’intera famiglia mafiosa.
I compiti di Rosalia Messina Denaro e il “tradimento”
I compiti della sorella del boss sarebbero stati “variegati, specifici e stabili, sintomatici di una disponibilità assoluta su cui l’associazione poteva costantemente fare affidamento”. Proprio Rosalia Messina Denaro, involontariamente, ha portato i carabinieri del Ros sulle tracce del boss.
Il diario clinico di Matteo Messina Denaro era scritto in un pizzino arrotolato e infilato dentro la gamba di una sedia in alluminio. Rosalia credeva che lì, in caso di controllo, non lo avrebbero scovato, ma si sbagliava. C’era scritto di cosa era malato il boss (già allora si era capita la gravità del tumore che lo ha ucciso)e quali erano i futuri percorsi terapeutici.
La gestione degli affari
Moglie del capomafia Filippo Guttadauro, da anni all’ergastolo bianco, Rosalia Messina Denaro è in cella da marzo scorso. Per l’accusa, rappresentata dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova, per conto del fratello gestiva affari e comunicazioni. Rosalia Messina Denaro – scrissero i giudici – avrebbe offerto un “contributo radicato e stabile all’interno dell’associazione in più ambiti come il coordinamento del sistema di trasmissione delle comunicazioni in modo continuativo e fiduciario”. E avrebbe avuto un ruolo decisivo nella gestione della cassa comune dell’associazione. A casa sua e della madre sono stati trovati soldi in contanti e gioielli per un valore complessivo di 800mila euro.