Roma, 6 giu. (askanews) – L’accordo di Partenariato Economico tra l’Unione Europea e il Giappone, in vigore dal 10 febbraio 2019, “rappresenta un passo decisivo verso il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche non solo come asset economici, ma anche come espressione del patrimonio produttivo, culturale e sociale dei territori”. Lo ha detto Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita, nel corso del convegno “Indicazioni Geografiche: un ponte tra Italia e Giappone”, organizzato nell’ambito dell’Expo 2025 di Osaka e promosso dalla Fondazione Qualivita e da Origin Italia, con il supporto del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e alla presenza del ministro Lollobrigida.
Rosati ha ricordato che attualmente, “l’accordo tutela 375 Indicazioni geografiche, 263 europee e 112 giapponesi, tra cui 53 italiane (26 del settore agroalimentare e 27 del comparto vino e spirits), proteggendole efficacemente da fenomeni di imitazione e usurpazione”.
L’evento nasce dalla collaborazione tra Qualivita e il ministero dell’Agricoltura giapponese, che ha invitato la Fondazione senese a partecipare all’Expo. Un invito che rappresenta la naturale continuazione di un percorso avviato nel 2010 con stage formativi per supportare l’elaborazione della legge sulle Indicazioni Geografiche approvata negli anni successivi dal Giappone. Il dialogo si è ulteriormente intensificato nel 2023 con seminari e incontri promossi nell’ambito dell’accordo di partenariato economico UE-Giappone, che oggi assicura un elevato livello di tutela a oltre 260 Indicazioni Geografiche europee.
Nell’occasione è stata consegnata a Shuichi Matsumoto, Senior Director, Intellectual Property Division del ministero dell’Agricoltura giapponese, e Issei Ebata, direttore della Segreteria del Consiglio Giapponese delle IG, una copia dell’Atlante Qualivita, l’opera enciclopedica dedicata ai prodotti DOP, IGP e STG italiani, simbolo della lunga esperienza italiana nella valorizzazione delle filiere certificate.

