CATANIA – Cos’è per Lei la danza? “Arte, armonia, bellezza”. Una risposta e uno sguardo che parlano di una passione lunga tutta una vita. Classe 1951, catanese doc, Rossana Tortora ha iniziato a studiare danza all’età di cinque anni: “Mia madre era una pianista, fu lei a farmi innamorare della danza e dell’arte più in generale”, racconta. È lei l’anima del Premio Città di Catania che anche quest’anno, sul palcoscenico del Teatro Stabile, ha portato giovani e talentuosi ballerini provenienti da tutto il mondo. Un concorso internazionale che ha fatto la storia della danza classica e contemporanea e che, dal 1989 a oggi, ha portato nel capoluogo etneo illustri coreografi, ballerini e direttori dei più quotati teatri europei e statunitensi come quelli che quest’anno hanno fatto parte della giuria: Claudia Zaccari, presidente di giuria e madrina della manifestazione, Joy Womack, Carlos Iturrioz e il coreografo italiano Davide Bombana.
Chi è Rossana Tortora
Ma torniamo alle origini, dove tutto è iniziato. All’età di cinque anni, Rossana Tortora iniziò a frequentare proprio nella sua città la Scuola di Franca Bartolomei, coreografa del Teatro dell’Opera di Roma e per tantissimi anni anche del Teatro Bellini. “Accanto a mia madre, a giocare un ruolo determinante nella mia carriera fu proprio lei. Cominciai con piccolissime parti, anche di semplice mimo. Avevo nove anni quando Franca mi scelse per partecipare all’Otello, feci il paggetto di Desdemona e portai in scena uno scrigno di gioielli ma sul palcoscenico con me c’era un artista del calibro di Mario Del Monaco che recitava nel ruolo di protagonista”. Poi la carriera da professionista che l’ha portata a danzare nei palcoscenici più importanti d’Italia: “Ho danzato al Teatro Regio di Torino, al Petruzzelli di Bari, a La Fenice di Venezia. Poi per motivi personali ho smesso e sono tornata nella mia città, era il 1976”. Precorrendo i tempi, ai piedi del Vulcano, Tortora ha portato il primo stage internazionale di danza: “Era il 1978, la danza mi mancava molto e ho pensato di organizzare qualcosa che in Sicilia non aveva precedenti. Significava dare la possibilità a tante ragazzine di perfezionarsi sotto l’autorevole guida dell’artista russo Boris Tonin Nikisch”.
Anche Eleonora Abbagnato “scoperta” dal Premio Città di Catania
Circa dieci anni dopo è nato il Premio Città di Catania che dal 1989 a oggi ha permesso di scoprire talenti e di lanciare verso il successo ballerini di straordinaria bravura come Eleonora Abbagnato: “Ero appena tornata dalla Francia – spiega al QdS – dove per tanti anni ho ricoperto il ruolo di rappresentante dell’Italia e membro della giuria del Comité Nationale de Dance con sede a Parigi. Mi venne l’idea di portare nella mia città questo format e la prima edizione la organizzai al Teatro Metropolitan con la collaborazione dell’Amministrazione comunale etnea. Allora il concorso internazionale contemplava una sola categoria, quella dei solisti, ma vide la partecipazione di ben 178 danzatori provenienti da tutto il mondo: egiziani, australiani, austriaci. Da quell’edizione uscì vincitrice nella categoria bambini la straordinaria Eleonora Abbagnato che allora aveva appena nove anni. Fu un incoraggiamento a continuare, la conferma di un talento che oggi apprezziamo tutti”.
Qual è lo stato di salute della danza in Sicilia? “Non buono, direi – risponde malinconica Tortora – La danza troppo spesso si mescola alla palestra, alla ginnastica. La danza è un’arte scenica, si fa nei teatri, è come la musica, come la pittura e la recitazione. L’attività sportiva è un’altra cosa, ha un altro spirito. Oggi troppe scuole che non sono scuole, troppa improvvisazione e scarse competenze. Disciplina e rigore non possono mai venire meno, è questo il torto più grave che possiamo fare alla danza”.

