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Rosso vergogna

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martedì 30 Marzo 2021

La Sicilia ha il rosso nella sua bandiera ma non lo voleva nei suoi dati.

La Sicilia ha il rosso nella sua bandiera ma non lo voleva nei suoi dati.

Oggi abbiamo il rosso della vergogna, il solito colore che abbiamo da sempre quando facciamo le cose storte, quando mentiamo e veniamo scoperti, per stupidità o inadeguatezza. La vergogna è per le frasi intercettate, già spiattellate sui giornali, per i commenti politici di chi, albero in terra, accetta accetta. La vergogna è vedere sempre la Sicilia come capro espiatorio dell’ipocrita sistema Italia, nell’arena dei leoni di Commodo Giletti. Una vergogna che colpisce anche la Sicilia sana degli operatori sanitari che si sbracciano, spesso con pochi mezzi, per contrastare la guerra del Covid. Ma soprattutto che rischia di condannare al rosso fisso la Sicilia delle attività produttive, che non ricevono il 27 a fine mese, che combattono per evitare la morte delle loro imprese. Riapertura per ristoranti e palestre, alberghi e case vacanze? Scordatevele, voi siete gli inaffidabili siciliani, brutti e cattivi, come negli spaghetti western, e verrete impallinati dal fucile morale dell’Italia.

Chi si fiderà più dei dati sanitari siciliani? L’Istituto
superiore di sanità, il ministero ondivago della Salute? Ma dove era il CTS
siciliano che aveva il dovere morale di controllare la veridicità dei dati
epidemiologici, dormiva?

Tutto questo ovviamente è presunto falso ideologico, ma mina
la fiducia delle persone, in primis dei siciliani, e bene ha fatto l’assessore
a presentare le sue dimissioni. Perché sul tavolo c’è la prima cosa in gioco,
in questo momento difficile. La fiducia del futuro, perché il presente è
immondo, disperante, senza aria.

Le frasi intercettate pubblicate tolgono il respiro, come fa
il virus con le nostre vie polmonari, e ritengo, o almeno spero, che vadano contestualizzate.
In mezzo c’è la vita e la morte di tanti siciliani, tanti amici, parenti che si
dovevano, si debbono, fidare delle istituzioni.

Questa inchiesta arriva nel momento in cui tante Regioni,
indipendentemente dalla sigla politica, hanno chiesto certezze di vita e di
lavoro al governo nazionale. E la Sicilia rischia di diventare, come suo
solito, laboratorio politico, in questo caso di caos amministrativo.

A sua insaputa, cosa forse più assurda, che fa cascare le braccia in un momento in cui ci si dovrebbe rimboccare le maniche. Mai come oggi si deve avere la capacità di gestire la complessità di sfide che fanno tremare i polsi. Dobbiamo diventare bianchi, covid free, vaccinati senza furbizie, riprendere a lavorare, mangiare il nostro ottimo cibo, ospitare come solo noi sappiamo fare, cantare e suonare, riaprire i nostri magnifici teatri, dobbiamo riprendere a vivere e ad andare fieri di essere siciliani. Dobbiamo toglierci il rossore ed andare fieri di essere siciliani. La Sicilia batta un colpo.

Gatto Silvestro

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