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Rottamazione, Irpef e bonus su prima casa: le misure della Manovra 2026

Rottamazione, Irpef e bonus su prima casa: le misure della Manovra 2026
Bonus Giorgetti 2026

Meloni, Salvini e Tajani avrebbero discusso ieri sera a Palazzo Chigi sulle singole misure da inserire nella manovra in vista del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre

Sono ore di discussioni e riunioni per quanto riguarda la Manovra finanziaria 2026, misura più importante dell’anno e che tiene banco tra i leader del centrodestro, riuniti ieri a Palazzo Chigi per mettere a punto l’impianto della legge di bilancio. Meloni, Salvini e Tajani, secondo fonti parlamentari, avrebbero discusso sulle singole misure da inserire nella manovra in vista del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre come la rottamazione, bonus sulla prima casa, Irpef e pensioni. La base di partenza è di 16 miliardi indicati nel documento di programmazione finanziaria pubblica.

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Rottamazione e bonus prima casa

Sulla rottamazione il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha risposto che “ci stiamo lavorando, pensiamo si possa dare un’ultima chance, ma il tema del bastone e della carota si impone: non possiamo immaginare rottamazioni infinite per i meritevoli e gli immeritevoli”, così nelle repliche durante l’audizione sul Dpfp.

Quanto alle abitazioni, “il nostro intendimento è quello di prorogare le detrazioni del 50% in modo selettivo sulla prima casa in modo particolare”, ha spiegato Giorgetti.

Banche e pensioni

Poi gli istituti di credito. “Abbiamo intenzione di chiedere, naturalmente in modo concertato, alle banche un contributo”, ha affermato Giorgetti, osservando che anche le banche hanno beneficiato del rialzo del rating. “Non ci sarà nessun istinto punitivo”, ha aggiunto.

Sull’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita “ci sarà, io userei questo termine, una sterilizzazione selettiva“. “Penso che non ci sono quelli più fortunati o quelli meno fortunati ma quelli meritevoli e quelli meno – ha puntualizzato il ministro leghista- i lavori usuranti o i precoci devono avere un trattamento diverso”.

La rassicurazione di Giorgetti: “Non toglieremo fondi alla sanità per le spese di difesa”

Il ministro Giorgetti ha confermato che “c’è la volontà del governo di integrare ulteriormente il già cospicuo aumento del fondo per la sanità”. Le risorse andranno “alla riduzione delle liste di attesa e a dare un premio alle professioni sanitarie in difficoltà di reclutamento”, ha spiegato.

Quanto alle spese per la difesa, “non abbiamo intenzione di finanziare la difesa togliendo risorse ad altre voci di spesa, tantomeno al sociale – ha sottolineato – Noi attiveremo la deroga a condizione che la procedura di infrazione sarà superata”.

“Non si può chiedere all’Italia, che sta rispettando fin troppo rispetto ad altri le regole, di aumentare le tasse o tagliare la sanità per finanziare le spesa della difesa – ha scandito – le spese per la difesa le faremo con la deroga che ci consente l’Europa. Non chiedetemi perché l’Ue permette la deroga sulla difesa e non la sanità: così è”.

Il Pil dell’Italia

Davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, il ministro dell’Economia ha tenuto a sottolineare che “la sostenibilità della finanza pubblica regola la condotta di questo esecutivo”.

“Per la seconda metà dell’anno in corso, le previsioni più aggiornate indicano una lieve accelerazione della crescita congiunturale del Pil”, ha detto Giorgetti in audizione. “Tuttavia – ha aggiunto – tenendo conto dell’andamento delle variabili esogene internazionali, condizionate dal nuovo contesto macroeconomico internazionale, la stima di crescita annuale è stata prudenzialmente rivista al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alla precedente stima di aprile, attestandosi ora allo 0,5 per cento (0,6 per cento nella media dei dati trimestrali). D’altra parte, l’esperienza ci ha mostrato che le stime iniziali sono spesso soggette a revisioni e che negli ultimi anni sono state sistematicamente riviste al rialzo”.

La previsione di crescita tendenziale per il 2026, pari allo 0,7 per cento, ha spiegato, “si basa sul contributo della domanda interna, che beneficerà di una più elevata crescita dei consumi, anche sulla scorta del buon andamento dell’occupazione e delle retribuzioni reali. Un contributo positivo sarà inoltre fornito dagli investimenti, previsti leggermente al rialzo. Le esportazioni nette avranno ancora un impatto negativo, peggiore rispetto alle stime precedenti per effetto della prevista frenata della domanda mondiale e dell’apprezzamento dell’euro”.

Il taglio dell’Irpef

In mattinata, all’Assemblea Assonime, Giorgetti aveva spiegato che “l’intervento sull’Irpef rafforzerà ulteriormente la riduzione, già strutturale a partire da quest’anno, dell’onere fiscale sui redditi dal lavoro medio-bassi, con un effetto di stimolo della domanda interna”. Inoltre, “sul lato dell’offerta la manovra assicurerà la continuità della spesa per investimenti oltre la conclusione del Pnrr, a partire dal potenziamento degli strumenti per l’incremento della produttività”, ha aggiunto il ministro dell’Economia.