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Rottamazione quinquies, ecco come funziona (al momento) il saldo delle cartelle

Rottamazione quinquies, ecco come funziona (al momento) il saldo delle cartelle
cartelle esattoriali

Il Governo ha sciolto le riserve ma il testo non è ancora definitivo: durante l’iter parlamentare saranno presentati emendamenti che potrebbero modificarlo. Bisogna attendere la Legge di Bilancio 2026

La rottamazione quinquies verrà inclusa nella Legge di Bilancio 2026. La misura è stata ufficializzata ieri – 17 ottobre – durante la conferenza stampa a margine del Consiglio dei Ministri in cui gli esponenti della maggioranza hanno illustrato la manovra e risposto alle domande dei giornalisti.

È arrivato, quindi, qualche dettaglio in più sulla cosiddetta pace fiscale 2026. La quinta edizione della rottamazione non è come quella prevista dall’iniziale proposta della Lega, ma non è neanche molto dissimile.

Negli ultimi mesi, in attesa del contenuto della Legge di Bilancio, molte sono state le ipotesi avanzate, limitazioni, importi minimi e quant’altro. Ora il Governo ha sciolto le riserve ma è chiaro che non si tratta ancora di un testo definitivo: durante l’iter parlamentare saranno presentati emendamenti che potrebbero modificare, anche significativamente, questa traccia.

Andiamo, però, a conoscere i punti salienti e le novità proposte.

Rottamazione quinquies, le novità per il saldo delle cartelle

La nuova misura si propone di risolvere le criticità che hanno portato al flop delle precedenti edizioni. La criticità maggiore delle altre rottamazioni si materializzava nell’importo dalle prime due rate troppo alte. Questo scoraggiava i contribuenti ad aderire o a iniziare a pagare. Ma anche saldare il debito in sole 18 rate, anche se spalmate su cinque anni, per molti poteva essere troppo oneroso.

Si è, dunque, cercato di attenuare o eliminare il meccanismo iniziale prevedendo un maggior numero di rate con cadenza mensile. Il piano di rientro della quinta rottamazione prevede – sulla carta – versamenti graduali e più sostenibili.

Rate in nove anni. Il nodo: saranno rate mensili o bimestrali?

La rottamazione quinquies era pensata per essere la sanatoria definitiva, quella aperta a tutti e che consentiva di saldare i debiti con il Fisco in modo più facile suddividendo i pagamenti in 120 rate, in 10 anni.

La prima novità che emerge dopo le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è che non saranno più previste le 120 rate in 10 anni, ma una rateizzazione in un massimo di 9 anni. Resta da capire se le rate avranno cadenza bimestrale (come ha chiarito Giorgetti) o saranno mensili (108 come ha annunciato Salvini).

Riducendo il piano di rientro, infatti, il Governo risparmia con le coperture da mettere a disposizione per la misura. In ogni caso le eventuali rate mensili della rottamazione quinquies rappresentano comunque un importante passo avanti rispetto alle 18 previste dalla quater.

Anche se era stata avanzata l’ipotesi di un importo limite per ogni rata, questo non è stato inserito nella prima stesura della Legge di Bilancio, quindi anche i debiti più bassi potranno essere dilazionati in un lungo periodo.

Chi può accedere alla rottamazione

Ma chi potrà accedere alla nuova rottamazione? Nessun limite è stato imposto neanche per i decaduti e i furbetti, ma è stato chiarito che il beneficio sarà accessibile solo a chi ha dichiarato ma non è riuscito a versare.

Per poter accedere alla sanatoria bisogna essere affidabili fiscalmente e si potranno rottamare eventuali avvisi bonari, ma non accertamenti fiscali. La rottamazione quinquies esclude i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi.

I limiti e decadenza

Sia Matteo Salvini che il ministro Giorgetti hanno ribadito che la rottamazione delle cartelle coprirà le iscrizioni a ruolo dal 2000 a tutto il 2023. Sarà, inoltre, senza interessi, senza sanzioni e senza maxi rata iniziale. Il debito potrà essere pagato fino a un massimo di 9 anni con rate tutte dello stesso importo.

Giorgetti ha tenuto a precisare che non si tratta di un condono nei confronti di coloro che hanno evaso e hanno fatto i furbi tentando di sfuggire al Fisco, ma di un aiuto per chi non è riuscito a versare pur avendo dichiarato il giusto.

Previsto un meccanismo maggiormente punitivo rispetto alle precedenti edizioni. Questo per evitare i furbetti. La rottamazione, quindi, permette di mettere a posto la propria situazione con il Fisco, ma non vuole al tempo stesso, alimentare fenomeni di elusione. Questo è avvenuto in passato con le precedenti edizioni e come esempio concreto è stato portato questo: smettere di pagare i piani di dilazione dopo 1 o 2 rate pensando di aver salvaguardato la propria posizione.

Si decade, inoltre, dalla rottamazione quinquies dopo due rate non pagate.

Le regole possono ancora cambiare

Non vi è ancora sicurezza sulle modalità di attuazione della rottamazione quinquies. Durante l’iter parlamentare saranno presentati emendamenti che potrebbero modificare (o stravolgere) quanto presentato dall’Esecutivo.

Bisogna aspettare la versione definitiva della Legge di Bilancio 2026.