Rottamazione-ter e saldo e stralcio, come evitare la decadenza delle agevolazioni - QdS

Rottamazione-ter e saldo e stralcio, come evitare la decadenza delle agevolazioni

Rottamazione-ter e saldo e stralcio, come evitare la decadenza delle agevolazioni

Salvatore Forastieri  |
sabato 26 Febbraio 2022

Sale da 10 a 18 il numero di rate e 180 giorni di tempo per pagarle. La prossima rata, tenendo conto dei cinque giorni di tolleranza, scadrà il 7 marzo

ROMA – Come è noto, con il D.L. 146/2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 ottobre 20921 ed entrato in vigore il giorno dopo, sono state concesse ulteriori agevolazioni al fine di venire incontro alla crisi economica legata alla pandemia.
Più in particolare, con il citato Decreto legge, dopo la sua conversione in legge, è stato elevato da 10 a 18 il numero delle rate, anche non consecutive, che, se non pagate, determinano la decadenza della dilazione ottenuta a norma delle disposizioni agevolative nel periodo di emergenza.

È stato pure stabilito in 180 giorni, il termine (normalmente di sessanta giorni) entro il quale vanno pagate le somme oggetto di cartelle di pagamento notificate nel periodo che va dal 1 settembre 2021 al 31 dicembre 2021.

Con lo stesso provvedimento è stata concessa una ulteriore facilitazione dei pagamenti dovuti in virtù della definizione agevolata denominata “rottamazione ter” e “saldo e stralcio”.
Più in particolare, con l’articolo 1 del citato decreto legge, è stato stabilito che le rate che erano rimaste insolute negli anni 2020 e 2021 sarebbero state considerate tempestive se pagate entro la data del 9 dicembre 2021 (14 dicembre 2021 tenendo conto dei cinque giorni di tolleranza prevista dalla legge).

Ora, con un comunicato pubblicato nel sito istituzionale, l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha ricordato che, qualora sia stata rispettata la scadenza del 14 dicembre scorso per il versamento delle somme dovute nel 2020 e 2021, occorre ora proseguire i versamenti rateali previsti dalla legge e contenute nella “Comunicazione delle somme dovute”, ossia i versamenti previsti per la “rottamazione ter” aventi scadenza 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre 2022.

La stessa Agenzia, attraverso il suo comunicato, ricorda pertanto che al fine di evitare la decadenza delle agevolazioni (perdita della dilazione e recupero dell’intera somma dovuta, con sanzioni ed interessi), occorre procedere al pagamento della prossima rata che, tenendo conto dei cennati cinque giorni di tolleranza, scade il prossimo 7 marzo 2022 (visto che il 5 ed il 6 marzo cadono rispettivamente di sabato e domenica).

Quindi, occhio alla prossima scadenza

C’è da dire, tuttavia, che i problemi di liquidità legati alla pandemia non sono certamente terminati. Ci sono più di 530 mila contribuenti che non hanno rispettato la maxi scadenza dell’anno scorso con un ammontare di debiti non pagati di circa due miliardi e mezzo.

Da più parti, pertanto, viene chiesto al Governo di rivedere ancora una volta la situazione, cercando un’altra soluzione non solo per agevolare i contribuenti ancora non in regola a causa di mancanza di liquidità, ma anche per “salvare il salvabile” recuperando quanto più possibile delle somme ancora dovete all’Erario. Magari attraverso la concessione di una “Rottamazione quater”.
C’è da dire, comunque, che oltre a dare sollievo ai contribuenti in stato di necessità, occorre pure procedere in modo più sistematico e razionale.

Basta pannicelli caldi

Occorre adottare una strategia a più ampio raggio, magari prevedendo una “pace fiscale” di ampia portata (chiamiamolo pure condono se vogliamo, anche perché questa volta potrebbe pure essere giustificato), una pace fiscale che, unita alla prevista “riforma tributaria”, o magari con un anticipo della stessa (quest’ultima attuabile certamente a lunghissimo termine) attraverso un primo ed effettivo passo versa una concreta semplificazione, possa fornire principalmente chiarezza e serenità ai contribuenti che, pur non essendo veri evasori, si sono trovati e si trovano ancora in grosse difficoltà di applicare le norme tributarie esistenti e versare le somme che si sono accumulate nel corso degli ultimi due anni di pandemia.

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