Comincia domani, davanti alla Corte d’Appello di Caltanissetta, il processo di secondo grado nei confronti dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, imputata, insieme ad altre 11 persone, di corruzione e abuso d’ufficio e condannata in primo grado a 8 anni e 6 mesi di carcere.
Avrebbe gestito in modo clientelare, in cambio di denaro e favori, le nomine degli amministratori giudiziari dei patrimoni sequestrati e confiscati alla mafia. Sono circa 60 le persone costituite parte civile: imprenditori e società che si ritengono danneggiate dai provvedimenti dell’ex giudice ormai radiata, con provvedimento definitivo, dalla magistratura. Tra gli imputati anche l’amministrazione giudiziario Gaetano Cappellano Seminara che sarebbe stato al centro del “cerchio magico” che beneficiava delle nomine, il marito dell’ex presidente, l’ingegnere Lorenzo Caramma, e il figlio Emanuele, il professore universitario Carmelo Provenzano, l’ex prefetto Francesca Cannizzo, il colonnello della Dia Rosolino Nasca. La Procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo, aveva chiesto una pena esemplare: 15 anni e 4 mesi, ipotizzando l’esistenza di un “sistema” corruttivo ramificato che si sarebbe infiltrato nell’avamposto della lotta a Cosa nostra, la sezione delle misure patrimoniali antimafia. Per anni, secondo gli inquirenti, il magistrato avrebbe gestito la sezione come una sua cosa. Scegliendo sempre e solo persone del suo cerchio magico, come l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, condannato a 7 anni e 6 mesi contro i 13 chiesti dai pm, e l’ex docente dell’universita’ Kore che ha avuto 6 anni e 10 mesi. I professionisti ricambiavano con favori, come la tesi scritta per conto del figlio della Saguto da Provenzano, regali, soldi. In primo grado è caduta però una delle accuse più gravi: e cioè che l’ex magistrato avrebbe ricevuto 20mila euro da Gaetano Cappellano Seminara come prezzo della corruzione. Il tribunale di Caltanissetta non ci ha creduto e ha trasmesso gli atti per la falsa testimonianza resa da un teste che aveva raccontato di un trolley pieno di soldi ricevuto dalla giudice per conto di Cappellano. A tre anni è stata condannata dal tribunale l’ex prefetta di Palermo Francesca Cannizzo, che avrebbe caldeggiato l’incarico di un amico, a 4 l’ex colonnello della Dia Rosolino Nasca e a un anno e sei mesi Walter Virga, giovane avvocato da cui l’inchiesta ha avuto inizio. E’ indagando sulla sua gestione di una concessionaria di auto parte di un patrimonio sequestrato che ha preso il via l’indagine. Con lui fu indagato il padre, Tommaso, ex membro del Csm. Avrebbe ottenuto dalla Saguto l’incarico per il figlio e in cambio avrebbe avuto un occhio di riguardo per la collega in un procedimento aperto a Palazzo dei Marescialli. Virga senior però è stato processato separatamente e assolto. (ANSA).