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Said Malkoun, ecco chi era l’uomo investito e ucciso dopo una rapina

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Said Malkoun, ecco chi era l’uomo investito e ucciso dopo una rapina

Redazione  |
martedì 10 Settembre 2024

Said Malkoum, investito e ucciso dopo che ha rubato una borsa, ha vissuto una vita complessa e ai margini della società.

Said Malkoum, investito e ucciso da una imprenditrice dopo che aveva rubato alla donna la borsa. ha vissuto una vita complessa e ai margini della società. “Era arrivato in Italia, e a Viareggio, ormai da diverso tempo. Parlava discretamente bene l’italiano, ma non è mai riuscito ad integrarsi”. A dirlo il suo legale, Enrico Carboni, che lo ha assistito in questi anni per “piccoli reati contro il patrimonio”. La sua, così come sottolineato dal professionista, è “una storia personale difficile, con un finale drammatico che lascia un profondo senso di sgomento”. Cinzia Dal Pino, lavoratrice di Viareggio di 65 anni, è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario.

La storia di Said Malkoum

L’individuo ha vissuto in tante parti del Belpaese prima di stabilirsi in Toscana da una decina d’anni. L’uomo è nato l’11 luglio del 1977 probabilmente in Marocco. Il commissariato di Viareggio ha contattato il consolato per rintracciare la sua famiglia. Il soggetto è emigrato quando era un ragazzo e trascorreva i giorni soprattutto in una panchina davanti alla chiesa di San Paolino, nella centrale via Mazzini. L’avvocato lo incontrava spesso sul posto mentre si dirigeva in studio. Malkoum non possedeva una dimora e nemmeno il permesso di soggiorno. La sua non era una vita ma una sopravvivenza. Il 4 novembre avrebbe dovuto presentarsi in un’aula del Tribunale di Lucca in quanto gravato dal 2019 da un decreto di espulsione.

Dagli illeciti ai reati

Don Luigi Sonnenfeld ha raccontato che lo stesso “per recarsi in Lombardia, mi chiese dei soldi per acquistare il biglietto del treno. Dopo alcune settimane, però, l’ho visto nuovamente in Darsena. Gli ho chiesto cosa fosse successo e lui mi disse che non aveva potuto accettare il lavoro perché nel frattempo gli era stata tolta la patente“.

L’uomo, che commetteva crimini come la rapina, aveva pure tentato a racimolare qualche somma di denaro facendo il parcheggiatore abusivo nella zona della Darsena. “Per chi lo conosceva era solo e semplicemente il parcheggiatore. Se mi si passa l’espressione, una sorta di figura storica per chi vive o lavora in questa zona della città. Segnalava gli spazi liberi dove poter posteggiare gratuitamente. E in cambio chiedeva una ricompensa”.

Pare che avesse problemi con gli alcolici e alcune persone sostengono di averlo visto in atteggiamenti molesti quando beveva troppo. “In genere non usava maniere forti per ottenere denaro ma l’approccio dipendeva anche dal suo stato psicofisico. Quando aveva bevuto, poteva anche essere aggressivo. E spesso avvenivano anche dei litigi con gli automobilisti che non accettavano le sue maniere forti”.

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