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Giovanni Pizzo  |
giovedì 09 Gennaio 2025

Cecilia è libera, e di questo solo gli imbecilli sarebbero scontenti, una vicenda italiana che può tranquillamente diventare una miniserie

Per un po’, un giorno o solamente un’ora, tra ormai obsoleti comunicati stampa e tweet, che vanno dai vertici o ex vertici delle istituzioni fino all’ultimo consigliere di quartiere in cerca di notorietà, è stato un coro unanime, un inno alla gioia di Beethoven di un paese diviso su tutto, ma non su Cecilia Sala, la giornalista liberata per opera di chi sappiamo. Da domani ci si ritroverà di nuovo faziosi e divisi, non scherziamo sulle cose serie, che la repubblica italiana è fondata sul lavoro della distinzione, tu di qua io di là, dalla coppia alla famiglia, dalla parrocchia al comune, fin su per lì rami di un paese disomogeneo, destra e sinistra, ricchi e poveri, settentrionali e meridionali, juventini ed interisti, con il diavolo terzo incomodo.

L’Ape Regina non ha vinto, ha stravinto. Lei ed il Musk calabrone dello spazio, che viene invitato a cena dalla famiglia Sala, e già twitta un piatto di spaghetti, con Andrea Stroppa, il terzo vicepresidente del consiglio, con il mandolino. Fight, Fight, Fight il mondo ormai è solo quello che può entrare, essere deciso, comunicato, attraverso uno smartphone, tutto il resto, tutte le noiose considerazioni geopolitiche di un Caracciolo o di un serioso ambasciatore Sessa, sono fumo per gli agè che guardano ancora la televisione, anche quelli che hanno in casa la fibra ottica.

Che poi tutta sta fibra, il 5G, che ci servirà domani quando avremo le antenne di Starlink sui balconi della cucina a pochi euro al mese. Oggi una connessione satellitare di Elon costa quanto la vecchia parabola di Sky, ma domani, con il contributo governativo, ad uso difensivo, potrà costare, in un dumping di mercato, quanto quelli che te la promettono per sempre, anche se il per sempre non esiste più nemmeno per i diamanti. Saremo tutti connessi a Space X in un Grande Fratello universale, con Musk al posto di Alfonso Signorini, Elon il mistico si sacrificherà per noi, il corpo della sua chiesa. Passeremo da questo desueto pluralismo del novecento all’unisono della connessione, la nuova religione per arrivare al cielo, che già è qualcosa, mentre il paradiso continua ad attendere.

L’immagine di Tito Stagno nell’allunaggio del 1969 lascia il posto ad una nuova era in cui non solo Armstrong fa piccoli passi da uomo, ma tutta l’umanità lo potrà fare. La terra è stracolma, troppi problemi, difficili e complessi, alcuni irrisolvibile come il conteggio dei diavoli della Zisa, il monumento arabo di Palermo. La soluzione è lassù nel mondo di Musk che ci fa perdere la nostra noiosa gravità per portarci in un altro millennio finalmente.

Per fare che? Questo non è dato sapere ancora, ma fidatevi, non sono solo canzonette, è un mondo migliore, e comunque non avete altro da fare, non vorrete mica diventare con gli occhi a mandorla o morire di freddo nella steppa russa? Il mondo è ormai tripolare, da un lato il West, molto artico sembra, dall’altro l’Eurasia da dove è sfuggita proprio Cecilia, e poi c’è il South (Africa e compagnia bella) che è un po’ come il centro in Italia, grande potenziale ma nessuna opportunità.

Intanto Cecilia è libera, e di questo solo gli imbecilli sarebbero scontenti, una vicenda italiana che può tranquillamente diventare una miniserie Netflix della politica mondiale, con tanto di palme a Mar a Lago. Questa è la Zita, Giorgia, si dice in Sicilia, tutto il resto è francamente noia.

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