Una sala dedicata alle donne trapanesi emigrate a New York - QdS

Una sala dedicata alle donne trapanesi emigrate a New York

Una sala dedicata alle donne trapanesi emigrate a New York

sabato 20 Marzo 2021

Inaugurata lo scorso 8 marzo al Palazzo senatorio Cavarretta, sede del consiglio comunale: Caterina, Lucia e Rosalia come simbolo di una progettualità tutta al femminile per il territorio trapanese

TRAPANI – Intitolata all’8 marzo, nell’immobile sede del consiglio comunale di Trapani, una stanza dedicata a tutte le Donne ed, in particolare, alla memoria delle trapanesi, emigrate a New York, perite nell’incendio della fabbrica Triangle Shirtwaist Company.

“Il ricordo delle vittime lavoratrici di origini trapanesi nell’incendio di New York, Caterina Canino e le sue due figlie Lucia e Rosalia Maltese – commenta l’Assessora Andreana Patti – nasce da una richiesta formulata in occasione di un convegno sul tema della parità di genere da parte di Cgil, Anpi, Associazione Punto dritto. Questa è una sala che dovrà tenere conto dei progetti per le donne, in un momento importante dove il recovery plan individua delle risorse per la disparità di genere e per combatterla”.
Un luogo che diventa ricordo ed impegno costante anche per le amministrazioni che verranno.

“Partire simbolicamente dalla ‘Casa dei Cittadini’ – dichiara il Presidente del Consiglio Comunale di Trapani, Giuseppe Guaiana – significa poter dare ‘spazio e voce’ alle Donne che da sole non hanno la forza di denunciare ogni tipo di sopruso o disparità”. Non è mancata, però, una nota di rammarico da parte di Antonella Granello di CGIL Trapani, Angela Savona di Anpi Trapani e Valentina Villabuona di Punto Dritto. “Per correttezza abbiamo aspettato che si concludessero le celebrazioni dell’8 marzo, ma è anche giusto fare delle precisazioni – sottolinea Villabuona”.

Di cosa si tratta? “Ringraziamo l’Amministrazione di Trapani per aver accolto la nostra proposta di intitolazione – dicono le tre rappresentanti. Così come emerso dallo studio della scrittrice Ester Rizzo, la quale non solo ha ridato dignità a questa storia ma ha permesso di rendere omaggio a queste donne migranti, sfruttate e morte sul posto di lavoro. Con questo spirito, già nel 2018, abbiamo proposto all’attuale amministrazione l’intitolazione di un luogo della memoria – continuano – ed abbiamo fornito il certificato di nascita di Caterina Canino. Abbiamo proposto un’idea che potesse avere un valore per tutta la cittadinanza trapanese, pertanto la scelta dell’Amministrazione nell’intestare una saletta ci è sembrata importante anche per poter dare vita alla biblioteca in un’ottica di genere, ma non pensavamo che la nostra proposta fosse fagocitata dentro il progetto ‘Trapani è Donna e Madre’. Non possiamo fare a meno di sottolineare il nostro rammarico per la gestione dell’evento da parte dell’Assessora alla parità Andreana Patti. Abbiamo letto con attenzione il suo comunicato e abbiamo trovato fuori luogo la volontà di appropriarsi di una proposta che, al di là dell’intitolazione della saletta , voleva creare anche un momento di riflessione sulle siciliane che sono state donne migranti da un territorio che oggi accoglie altre donne migranti, sullo sfruttamento del lavoro femminile ancora così attuale e sulle morti sul lavoro che ancora oggi sono una piaga nel nostro paese. Invece, abbiamo appreso che la nostra proposta è diventata un suggerimento per l’Assessora, la quale si è affrettata ad organizzare un’iniziativa senza quella condivisione ideale con le associazioni promotrici, rinunciando a fare rete e non valorizzando il sano rapporto di scambio con le associazioni e le forze sindacali – proseguono. Non possiamo che manifestare la nostra delusione per questo comportamento da parte di una politica da cui ci saremmo aspettate altro, consapevoli che sono proprio questi atteggiamenti che rendono la parità un obiettivo sempre più lontano da raggiungere. Ci auguriamo che finita la pandemia, così come promesso dal Sindaco, si possa riprendere un ragionamento sulla storia di Caterina, Lucia e Rosalia perché non è la saletta che farà la differenza, ma l’obiettivo condiviso di far vivere i valori di questa storia”.

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