Si mantiene caldo nel nostro Paese il dibattito sull’introduzione del salario minimo.
La norma, che fissa la retribuzione di base al di sotto della quale non può essere pagato un lavoratore, è stata recentemente discussa da Consiglio e Parlamento UE e dovrà essere successivamente approvata dalle istituzioni europee.
L’Italia è uno dei pochi Paesi del Continente dove non vi è alcuna legge che regolamenta questo tipo di retribuzione minima e sono numerose le voci che si stanno moltiplicando a favore della sua introduzione.
Sul tema è tornato il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta: “La direttiva sul salario minimo è una direttiva europea e mi stupirei se il Centrodestra in Italia affossasse l’idea di avere una buona legge italiana sul salario minimo”.
“Siamo uno dei sei Paesi europei che non ha il salario minimo e quindi credo che grazie alla direttiva europea possiamo recuperare una mancanza“, ha concluso Letta.
Favorevole all’approvazione anche il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Per noi offrire questa tutela minima dei lavoratori è un dovere morale, no alle paghe da fame”.
Per il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli il discorso sul salario minimo si lega a quello sul cuneo fiscale: “Io credo che le due cose debbano stare assieme profondamente perché altrimenti si rischia di fare un intervento parziale su una parte sola e non su entrambe: lavoratori e datori di lavoro devono avere un beneficio mutuo dall’innalzamento del salario dei lavoratori”.