ROMA – “I salari minimi tutelano i lavoratori da salari bassi ingiustificati e garantiscono parità di condizioni per le aziende”. Si apre così il report “Salari minimi nel 2024” realizzato da Eurofound su dati Eurostat. Tra i 27 Stati membri dell’Unione europea ben 22 hanno un salario minimo nazionale con una (o talvolta più di una) tariffa che stabilisce una base da cui partire. Inoltre, i contratti collettivi vengono utilizzati per regolamentare ulteriormente le retribuzioni e solitamente stabiliscono tariffe superiori al salario minimo nazionale.
Come si legge ancora nel report, “nei restanti cinque Stati membri (Italia inclusa), i salari minimi sono stabiliti da contratti collettivi settoriali, che includono un’ampia copertura dei lavoratori di questi Paesi”.
Nel 2023, mentre nel Paese infuriava il dibattito sulla proposta di legge dell’opposizione per introdurre il salario minimo di nove euro lordi l’ora in Italia, il QdS (vedi inchiesta del 25 luglio) poneva l’accento sull’urgenza di una legge sulla rappresentanza sindacale che rappresenta ancora oggi il nocciolo della questione, insieme a un confronto serio sui prezzi dei beni che giornalmente le famiglie sono costrette a sostenere e il salario medio annuale.
Andando, infatti, a dividere il Salario medio annuale del 2023 con l’indice del livello dei prezzi per la spesa finale delle famiglie, viene fuori una speciale classifica che ci vede all’ultimo posto tra i quattro grandi Paesi Ue. In Germania, a fronte di un salario medio annuale pari a quasi 51.000 euro, troviamo un indice del livello dei prezzi per la spesa finale delle famiglie che è di appena 8,5 punti sopra la media europea, in Italia, invece…