Sale la tensione su Ocean Viking, migranti minacciano di buttarsi in mare

Sale la tensione su Ocean Viking, migranti minacciano di buttarsi in mare

Sale la tensione su Ocean Viking, migranti minacciano di buttarsi in mare

Redazione  |
lunedì 07 Novembre 2022

Creazzo (SosMed), "Disagio è esploso, situazione insostenibile. Per 3 di loro sono necessarie cure ospedaliere"

Sale la tensione a bordo dell’Ocean Viking. Sulla nave umanitaria, su cui 234 migranti attendono di poter sbarcare, alcuni di loro hanno manifestato l’intenzione di buttarsi a mare. “Il livello di disagio mentale dei naufraghi è esploso: è stato raggiunto il limite”, fa sapere Francesco Creazzo, portavoce di Sos Mediterranee Italia. Sul ponte della nave ormai da 17 giorni restano in attesa anche 14 donne e 57 minori: 43 hanno affrontato la traversata nel Mediterraneo a bordo di barchini insicuri e sovraccarici da soli. Il naufrago più giovane ha appena 3 anni. A vacillare è anche la fiducia nei confronti dei soccorritori. “E’ stata erosa dall’assenza di soluzioni in vista. È una situazione insostenibile”.

La preoccupazione è che, per via dell’esasperazione crescente, a bordo possano verificarsi “incidenti gravi” tra i sopravvissuti o nei confronti dell’equipaggio. Intanto si aggravano le condizioni di tre migranti. “Come regolarmente riferito ai Centri di coordinamento dei soccorsi hanno bisogno di accedere a cure di livello ospedaliero”, dicono da Sos Mediterranee. “Un paziente con polmonite, al quarto giorno del secondo ciclo di antibiotici orali, è ancora con febbre sopra i 38 gradi”, spiegano i soccorritori, sottolineando come la situazione sia “particolarmente preoccupante” perché “non risponde alle cure che possiamo somministrare a bordo”. “Ha bisogno di diagnosi e cure mediche adeguate a terra ed è ad alto rischio di peggioramento”, puntualizza Creazzo, spiegando che altri due pazienti presentano “ferite che richiedono diagnosi e cure mediche adeguate: il rischio è di peggioramento e conseguenze a lungo termine”.

Altre 17 persone, inoltre, sono state identificate come “bisognose di cure mediche e di follow-up diagnostico a terra”. Ad essere stremato dopo un’attesa estenuante è anche l’equipaggio. “Il personale, che da 17 giorni si prende cura di tutti i sopravvissuti 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, è esausto ed è arrivato al limite delle proprie riserve di energia fisica e mentale”, conclude Creazzo.

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