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Salva casa e ulteriori semplificazioni, tre le ipotesi anche sanzioni più leggere. Ecco cosa cambierebbe

Salva casa e ulteriori semplificazioni, tre le ipotesi anche sanzioni più leggere. Ecco cosa cambierebbe

C’è la proposta inserita nel fascicolo degli emendamenti di Fratelli d’Italia che non è un condono ma include novità sull’accertamento di conformità e ammorbidire, e di molto, le sanzioni per le irregolarità. Tutto, però, è al vaglio per l’approvazione

Potrebbe arrivare un aggiornamento al Salva Casa, e quindi al decreto 69 del 2024 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica) che, più di un anno fa, il governo ha utilizzato per il problema delle piccole difformità degli immobili in tutta Italia. Un decreto che interessa una vastissima platea.

Tra le ipotesi di modifica del decreto che potrebbero entrare nel disegno di legge al Bilancio 2026 e che entrano nel vivo con l’analisi sulle inammissibilità c’è la proposta inserita nel fascicolo degli emendamenti di Fratelli d’Italia ed è firmata da Matteo Gelmetti e Domenico Matera che riguarda modifiche all’accertamento di conformità (si eliminerebbe la doppia conformità) e quella di sanzioni più leggere.

Non si tratta di un condono (l’esecutivo ha dedicato quattro proposte con possibile riapertura in modalità diverse dei condoni del 1985 e del 2003).

Il Salva casa vuole, invece, aumentare la sanabilità delle difformità edilizie presenti in milioni di immobili. E a farlo senza deroghe alle norme ordinarie e procedure speciali. Per fare questo è stata inserita una lunga serie di modifiche nel Dpr n. 380/2001, il Testo unico dell’edilizia.

Salva Casa e l’accertamento di conformità

L’accertamento di conformità è una delle novità più importanti del Salva casa. Si tratta di una nuova procedura inserita all’articolo 36 bis per sanare a pagamento le parziali difformità e le variazioni essenziali.

Si vuole facilitare l’accesso a questa sanatoria ammorbidendo ulteriormente il paletto (già molto smussato dal decreto Salva casa) della doppia conformità. Attualmente, è necessario dimostrare la conformità urbanistica del lavoro da sanare al momento della presentazione della domanda e quella edilizia al momento della realizzazione dell’intervento.

L’emendamento allinea questi due passaggi e dice che “il responsabile dell’abuso o l’attuale proprietario dell’immobile possono ottenere il permesso di costruire e presentare la segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica nonché ai requisiti prescritti dalla disciplina edilizia vigente al momento della presentazione della domanda”.

Quindi, con una grande semplificazione, si guarderebbe solo al momento di presentazione dell’istanza di sanatoria cancellando definitivamente la doppia conformità.

Il mega sconto dell’80% sulla sanzione massima

Tuttavia, la novità più influente potrebbe riguardare le sanzioni da versare per sanare queste difformità. Si tratta di un passaggio che, sin dall’approvazione della norma, è stato tra i più difficili da assimilare per gli operatori: fissa criteri di calcolo piuttosto complessi sui quali è coinvolta pure l’agenzia delle Entrate. Sul punto, inoltre, sono intervenuti i chiarimenti del ministero delle Infrastrutture. L’emendamento, invece, ipotizza di operare una netta semplificazione.

Per le irregolarità più gravi (ci si riferisce agli interventi eseguiti senza segnalazione certificata di inizio attività o in difformità da essa) la sanzione massima passerebbe da 10.328 euro a 2.068 euro. E ci sarebbe la possibilità di scendere ancora in alcuni casi. In sostanza ci sarebbe un abbattimento dell’80%. E non solo: sarebbe anche cancellato qualsiasi riferimento agli uffici territoriali dell’agenzia delle Entrate alleggerendo di molto il lavoro dei professionisti e degli uffici stessi. Insomma, un vero mega sconto per chi vuole regolarizzare le difformità.

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