Dalla semplificazione normativa ai tempi contingentati per il Pnrr - QdS

Dalla semplificazione normativa ai tempi contingentati per il Pnrr

Francesco Sanfilippo

Dalla semplificazione normativa ai tempi contingentati per il Pnrr

sabato 21 Gennaio 2023

Forum con Salvatore Pilato, presidente della Sezione regionale di controllo Corte dei Conti Sicilia

Intervistato dal direttore Carlo Alberto Tregua, presidente della Sezione regionale di controllo Corte dei Conti Sicilia, Salvatore Pilato, risponde alle domande del QdS.

C’è una focalizzazione maggiore dell’azione della Corte dei Conti verso la situazione attuale dei conti pubblici?
“La Corte ha focalizzato una molteplicità di fenomeni di criticità finanziaria, partendo dagli Enti locali. Su questi fenomeni, dovuti a una crisi strutturale, la Sezione regionale di controllo ha perfezionato le metodologie di lavoro e affinato molte attività di verifica finanziaria. Chiaramente, è un’attività che dal punto di vista della qualità segna un miglioramento anche come esiti degli accertamenti. La situazione della Regione siciliana è molto complicata, poiché gli esiti gestionali degli ultimi anni segnano un miglioramento sul passato. Tuttavia, i problemi pregressi vanno risolti con una strategia di breve periodo, perché il Pnrr prevede tempi contingentati”.

Che ruolo ha la Corte dei Conti nei confronti della Pa?
“La Corte dei Conti lavora nell’interesse dell’amministrazione pubblica. Le sue funzioni sono in una dimensione di ausiliarità al sistema amministrativo, per cui in sede di controllo diamo delle raccomandazioni e dei suggerimenti, o indichiamo delle misure di correzione amministrativa. Se le amministrazioni non si conformano, il problema diventa rilevante, perché, quando si formulano raccomandazioni e suggerimenti, la Corte ha sempre presente delle aree di criticità sulle quali è necessario intervenire. Un problema per i comuni siciliani è la riorganizzazione degli uffici, dovute a mancanza di turn-over”.

La Pa funziona male in genere, ma ciò dipende dai burocrati o esiste una responsabilità nella formulazione delle leggi?
“Il problema della qualità della legislazione è antico ed esiste ancora. La semplificazione normativa è, sicuramente, un obiettivo realizzabile e gli obiettivi di semplificazione normativi sono obiettivi prioritari tra quelli previsti dal Pnrr”.

In occasione della Giornata internazionale contro la corruzione, Giuseppe Busia, il presidente Anac, ha auspicato che la lotta al malaffare non sia solo fatta di annunci ma di fatti concreti. Siamo sulla strada giusta?
“La legislazione di prevenzione della corruzione è stata introdotta nell’ordinamento italiano nel 2012, con rilevante ritardo rispetto agli obblighi internazionali e ai modelli europei. C’è veramente tanto da fare per migliorare il sistema, perfezionarlo e introdurre misure di coordinamento dei controlli per incrementare l’efficienza della prevenzione. La trasparenza finanziaria e la capacità amministrativa di gestione della spesa sono i due valori trainanti della prevenzione. A mio modesto avviso, sarebbe necessario una revisione e un riordino complessivo dei controlli amministrativi interni per l’ottimizzazione del raccordo con le competenze dell’Anac e della Corte dei Conti. La riforma amministrativa cosiddetta Madia prevedeva qualcosa di simile. Non è un intervento che si può affidare a un decreto-legge, perché è necessaria un’operazione molto approfondita di semplificazione normativa. Questo processo di semplificazione è finalizzato all’incremento degli effetti di prevenzione, in conformità agli standard internazionali che sono in continua evoluzione”.

La pandemia ha cambiato il vostro modo di operare a tutela della spesa pubblica?
“L’emergenza sanitaria, le misure di prevenzione, quelle di contrasto e le risorse finanziarie Ue destinate alla ripresa e alla crescita economica hanno determinato il rafforzamento dei controlli sulla spesa pubblica. Ciò è avvenuto per garantire la celerità dei procedimenti e l’efficienza nella realizzazione degli obiettivi programmati. La Corte dei Conti ha avviato un sistema a rete di controlli concomitanti”.

Che cosa sono i controlli concomitanti?
“Il controllo concomitante è un sistema di procedure che si svolge in tempi ravvicinati e quasi contestuali alle operazioni di spesa, allo scopo di monitorare l’andamento della gestione e di garantire, entro i limiti del possibile, il rispetto degli obiettivi che erano stati fissati in fase di programmazione dei piani. Questi controlli sono previsti dalla legislazione sul Pnrr, per consentire di verificare il rispetto dei cronoprogrammi di spesa e di accertare eventuali ritardi, inerzie e inadempimenti attuativi da superare con misure di correzione amministrativa. Gli esiti di tali controlli potranno essere valutati nell’anno appena iniziato e saranno distinti per settore d’amministrazione ed ambito di missione tra le sei previste nel Pnrr, cioè Innovazione digitale, Transizione digitale, Infrastrutture, Istruzione e ricerca, Coesione territoriale, Salute”.

Rimane ancora una rilevante zona grigia
tra corruzione emersa e quella sommersa

Reati contro la Pa: quali sono quelli più frequenti? Quali i dati più significativi riferiti al 2022?
“I dati statistici del 2022 sono in corso di elaborazione e saranno pubblicati nell’occasione della prossima inaugurazione dell’anno giudiziario. Le evidenze rilevate nell’area delle attività di controllo confermano che esiste ancora un’ampia zona grigia profondamente segnata dal confine tra la corruzione emersa e la corruzione sommersa. Per mettere in chiaro la cifra ‘nera’ della corruzione è indispensabile intervenire sui contesti amministrativi viziati da gravi e macroscopiche disfunzioni e inefficienze, molte delle quali risalenti e stratificate nel tempo. È l’impegno prioritario della Corte dei Conti, che si avvale adesso degli strumenti del controllo concomitante ai procedimenti di spesa. Non si deve trascurare la circostanza che nel contesto finanziario alimentato dalle ingenti risorse del Pnrr, il continuo ricorso alla legislazione d’urgenza con discipline derogatorie ed eccezionali incrementa il rischio della corruzione. È sufficiente uno sguardo agli standard internazionali”.

Il nuovo Governo vuole rimettere in discussione l’impianto normativo dell’abuso d’ufficio: secondo lei è qui che nasce la paura della firma e quindi spesso l’immobilismo dei sindaci?
“La burocrazia difensiva duplica il precedente similare della medicina difensiva. Le cause principali sono il disordine normativo e amministrativo e l’inadeguatezza organizzativa e professionale degli apparati, soprattutto degli Enti locali, ad affrontare la complessità delle competenze affidate nell’interesse del cittadino. L’ennesima riforma dell’abuso d’ufficio corre il rischio di aggravare la situazione, perché non interviene sulle cause primarie del fenomeno, ma sugli effetti. I controlli finanziari sui bilanci dei Comuni dimostrano la presenza di una risalente crisi strutturale delle autonomie territoriali, determinata in prevalenza dalla carenza di idonee risorse professionali e dalla dequalificazione della capacità amministrativa di riscossione delle entrate e di gestione della spesa. Sono dinamiche che la Corte dei Conti ha periodicamente ben messo in evidenza, con il risultato alquanto paradossale di essere indicata quale fattore causale della paura della firma. È una palese illusione ottica che travisa l’esatta interpretazione del fenomeno”.

Come la transizione digitale
può ridurre il gap Nord-Sud

Grazie alla digitalizzazione la Cosa pubblica ha guadagnato molto sul fronte della tracciabilità e della trasparenza, ma la legalità fatica ancora a diventare “cultura”: cosa fare?
“Nel Pnrr la digitalizzazione amministrativa beneficia della dotazione finanziaria di 40,73 miliardi, tra le maggiori rispetto alle altre missioni. I progetti destinati all’innovazione digitale e tecnologica costituiscono la piattaforma più importante per il conseguimento di una più elevata qualità dell’organizzazione dei servizi pubblici nell’interesse dei cittadini e delle imprese. La legalità diviene cultura ‘condivisa’ se l’amministrazione riesce a interpretare i bisogni fondamentali della collettività e ad agire con l’efficienza di risultati concreti e tangibili. La transizione digitale può contribuire a ridurre il divario Nord-Sud, sul quale incide il triangolo delle illegalità composto dalla sequenza: evasione fiscale, corruzione, infiltrazione criminale. È un percorso di riforma da controllare con particolare attenzione”.

In Sicilia, ci sono diverse sezioni della Corte dei Conti?
“La Sezione Controllo è unica, ma in sede di parificazione del Bilancio regionale è integrata dai magistrati componenti della Sezione giurisdizionale. Si forma così il Collegio delle Sezioni riunite in sede di controllo, come previsto dallo Statuto della Regione siciliana. Nel 2012, il Legislatore nazionale ha introdotto il diritto di parificazione su input comunitario nelle regioni a statuto ordinario, mentre prima preesisteva solo nelle regioni a statuto speciale. Da quel momento in poi, il giudizio di parificazione ha acquisito una rilevanza maggiore che nel passato. L’obiettivo primario della verifica degli equilibri di bilancio è stato associato, così, alla ricerca delle aree d’inefficienza amministrativa per l’individuazione delle misure di correzione e di emendamento degli errori amministrativi”.

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