Salvini ed i pesci siciliani: i problemi del leader Lega - QdS

Salvini ed i pesci siciliani: i problemi del leader Lega

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Salvini ed i pesci siciliani: i problemi del leader Lega

Giovanni Pizzo  |
sabato 09 Aprile 2022

Per ultima si è aggiunta la variante agrigentina, la filosofia dell’umano consenso di Totò Cuffaro, in cui prima viene la politica, nel senso di alleanze, e solo dopo i nomi di sintesi

Mi metto nei panni, che ovviamente mi stanno male, di Matteo Salvini nel suo rapporto con quell’ arcipelago complesso chiamato Sicilia.

C’è innanzitutto da dire che ogni volta che ci viene è per un processo per fatti marinari, cosa che già guasterebbe l’umore a chiunque, ma quando orienta la sua testa sulla politica onestamente non sa che pesci pigliare.

I fondali della Sicilia

Perché i fondali politici siciliani sono terribilmente complessi e di natura cangiante. Da una parte Minardo, il segretario regionale della Lega, gli racconta una visione da provincia laboriosa, seppur piccola, in cui ci sono scenari barocchi e ambizioni presidenziali. Il giovane e ipervotato Luca Sammartino, invece lo vuole imbrigliare sulla città Etnea, che aspira a conquistare.

Poi c’è il democristiano di razza ed esperienza Ciccio Scoma a Palermo, che gli spiega che senza il capoluogo, dove vuole correre per Sindaco, non si conta politicamente nell’isola. Certamente anche quel cattolicissimo nisseno, patria della DC, di Alessandro Pagano da San Cataldo sussurra i suoi suggerimenti alternativi.

A ciò si aggiungono le chiaccherate con il gran visir di Grammichele, suo alleato federato, che da ormai per persa la Meloni, e spesso trasversalizza a sinistra con la sua Lombardonijevski Prospekt.

I problemi

Assidui sono i colloqui anche con il leader, quasi trentennale, di Forza Italia Gianfranco Miccichè che di Musumeci non vuol sentire parlare e si prepara alla guerra dell’ARS. Chissà che non abbia parlato al matrimonio di Berlusconi anche con Marcello Dell’Utri, che dicendo che lui non conta nulla sparge verbo, candidati e strani incarichi.

Per ultima si è aggiunta la variante agrigentina, la filosofia dell’umano consenso di Totò Cuffaro, in cui prima viene la politica, nel senso di alleanze, e solo dopo i nomi di sintesi. Della serie dimmi chi siamo e poi vediamo chi paga il conto della cena.

Possono reggere i neuroni milanesi di Salvini a queste diversissime iperboli che gli pongono le sue chiaccherate siciliane? Deve andare a totani o a gamberoni, a spigole o pescespada, e la sua Lega, oggi Prima l’Italia, cosa in Sicilia un po’ antinomica, che voleva essere tonno, finirà a pasta con le sarde?

Troppe specie diverse ci sono in Sicilia e Salvini non sa che pesci pigliare. Ed è comprensibile.

Così è se vi pare.

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