L'area centralissima, immersa nei rifiuti, nell'illegalità, tra il tentativo di riscatto e la rassegnazione, è stata al centro della Jane's walk.
Un “grumo” irrisolto al centro della città. Una zona centralissima ma estremamente “periferica”, abbandonata, degradata, E saccheggiata. Mentre si osserva il declino che da decenni accompagna una delle parti più antiche di Catania, sopravvissuta al sacco e alla demolizione che hanno visto sventrare il centro storico per fare posto alla city di corso Sicilia, c’è chi cerca di puntare i riflettori proprio lì. Nell’ex distretto a luci rosse diventato ghetto: lo afferma Legambiente Catania che ha organizzato a San Berillo la tradizionale Jane’s walk la manifestazione culturale cui Legambiente da anni partecipa che propone il primo fine settimana di maggio di esplorare e osservare criticamente i quartieri delle città.
Inclusione e il ghetto San Berillo
“Parliamo di inclusione a proposito di San Berillo, meta ragionata, scelta con cura – afferma la presidente dell’associazione etnea, Viola Sorbello. Un gruppo di cittadini guidati dalla walk leader Anna Quattrocchi ha esplorato il quartiere, inoltrandosi per stradine e palazzine diroccate, mentre l’attrice Giusy Marrano leggeva dei brani tratti da autori catanesi.
San Berillo tra degrado e tentativi di riscatto
Un’area immersa nei rifiuti, nell’illegalità, tra il tentativo di riscatto e la rassegnazione. “Mi sono domandata che cosa avrebbe pensato lei, la battagliera Jane Jacobs, da cui le passeggiate traggono ispirazione, del degrado di San Berillo. Lei che credeva nell’ordine spontaneo, nella ‘città densa’ che si autocoordina grazie alla pluralità” – dichiara la professoressa Anna Quattrocchi. Non è stata pluralità quella osservata ieri. Piuttosto abbiamo assistito sgomenti alla rassegnazione degli abitanti del quartiere sopraffatti da rifiuti maleodoranti e strade devastate dove i netturbini hanno difficoltà ad operare, compresi e giustificati dagli stessi residenti”.
San Berillo: ferita aperta
Una ferita aperta di cui non sembra volersi occupare la politica. Almeno stando al silenzio della campagna elettorale al cloroformio, come definita da qualcuno. “Nonostante il lavoro apprezzabile delle associazioni presenti sul territorio, non si è riusciti ancora a scardinare la fisionomia del ghetto che questo luogo continua ad avere. Difficile vivere in posti come San Berillo, anche per chi è in fuga da terre e drammi difficili per noi da immaginare; nessuno dovrebbe accontentarsi di chiamare casa quel grumo irrisolto al centro della città” – conclude.