San Cataldo, primo passo per la bonifica dell’ex sito minerario di Bosco - QdS

San Cataldo, primo passo per la bonifica dell’ex sito minerario di Bosco

redazione

San Cataldo, primo passo per la bonifica dell’ex sito minerario di Bosco

giovedì 13 Ottobre 2022

Soddisfazione dei sindaci di San Cataldo, Mussomeli e Burgio per il via libera della Regione al progetto di finanza presentato dalla Gmri Srl. Una grande opportunità anche sul fronte dello sviluppo

SAN CATALDO (CL) – “Accogliamo con favore la notizia dell’avvio delle procedure per la bonifica del sito di Bosco. Più volte, negli ultimi mesi avevamo segnalato la necessità di non abbassare la guardia, di continuare a insistere per una bonifica integrale del sito e che lo stesso, in breve, non diventasse una pericolosa area di stoccaggio dell’amianto e di altre sostanze pericolose”. Così si sono espressi in una nota congiunta i sindaci di San Cataldo, Gioacchino Comparato, Mussomeli, Giuseppe Catania e Serradifalco, Leonardo Burgio, commentando il via libera da parte della Regione Siciliana alla proposta di finanza presentata dalla Gmri Srl, relativa al “Progetto per la rimozione dell’ammasso salino abbancato all’interno dell’area della cessata concessione mineraria per Sali potassici, denominata convenzionalmente Bosco, San Cataldo, ubicata in contrada Bosco agro a S. Cataldo (Caltanissetta)”.

I sindaci hanno voluto ringraziare i tanti i volontari e le associazioni coinvolte, dal Movimento 5 stelle di San Cataldo e di Serradifalco al gruppo No Serradifalko, dal Wwf al Comitato Letizia passando per i tanti cittadini che si sono spesi in prima persona per una bonifica integrale del sito.

Già in una precedente riunione tra Amministrazioni (alla presenza dei già citati sindaci di San Cataldo, Mussomeli e Serradifalco) era stata concordata la necessità di coinvolgere pienamente i Comuni per arrivare a una soluzione della questione, chiedendo agli Uffici Regionali la giusta attenzione sul tema. Adesso, la nota dell’assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità in cui è stato comunicato che il dirigente generale del Dipartimento dell’Energia, Antonio Martini, ha determinato la fattibilità della proposta. Si tratta di un primo importante passo per la bonifica del sito di Bosco, per dare il via alla bonifica del sale da anni lì abbandonato.

Recupero dell’ammasso salino

Nel corso di un incontro tenutosi lo scorso 16 settembre a Palazzo delle Spighe, sede del Comune di San Cataldo, il direttore Martini, alla presenza del responsabile unico del procedimento Salvatore Pignatone, ha esposto i particolari dell’iter amministrativo relativo al recupero dell’ammasso salino depositato all’interno dell’ex insediamento minerario e lo stesso dirigente regionale ha assicurato il massimo impegno e la priorità operativa allo sviluppo delle attività propedeutiche per la concretizzazione del progetto.

La società Gmri Srl ha presentato il progetto di finanza nel giugno del 2021 previa campagna di ricerche e studio, sondaggi meccanici, analisi di laboratorio e, tra l’altro, anche studi economici e finanziari, tutti eseguiti a propria cura e spese al fine di ottenere la concessione per la coltivazione, la manipolazione e la vendita, a scopo industriale, del minerale costituente l’ammasso salino. L’investimento iniziale è previsto in oltre dieci milioni di euro, a totale carico della società proponente.

I tempi previsti

I tempi previsti per il completamento delle attività di preparazione e sistemazione dell’area di interesse, della costruzione delle strutture necessarie alla lavorazione e delle relative pertinenze e servizi, nonché la realizzazione delle opere e dei lavori primari per poter procedere alla coltivazione, si ritiene possano essere di circa 18 mesi.

“Positive – hanno scritto i sindaci Comparato, Catania e Burgio – saranno le ricadute economiche, lavorative, ambientali e sociali dell’operazione sul territorio. Infatti, le attività prevedono, in aggiunta alla fase realizzativa, un impegno di circa 15/20 unità lavorative in impianto oltre all’indotto creato (primario e secondario) stimato in più di trenta unità lavorative. Da non sottovalutare, inoltre, l’aspetto finanziario ed economico generale generato da tasse e tributi inerenti l’attività stessa, oltre che l’imposta sul valore aggiunto (Iva) e l’incremento del Prodotto interno lordo (Pil) generato dalla coltivazione del minerale”.

Dopo l’ammasso salino la rimozione dell’amianto

“Quello compiuto – hanno concluso i primi cittadini – è un primo passo, ma non possiamo e non vogliamo fermarci qui. Dopo l’ammasso salino, si dovrà procedere anche alla rimozione di tutto l’amianto presente nell’area. Non intendiamo abbassare la guardia”.

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