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Sandokan torna in tv, su Rai 1 la serie con Can Yaman che riaccende un mito

Sandokan torna in tv, su Rai 1 la serie con Can Yaman che riaccende un mito

Da domani, lunedì 1 dicembre, su Rai 1 – e prossimamente su Disney+ – debutta il nuovo adattamento di Sandokan con la prima delle otto puntate previste. La star turca prende il testimone da Kabir Berdi

A quasi mezzo secolo dal celebre sceneggiato Rai torna Sandokan, l’eroe nato dalla fantasia e la penna di Emilio Salgari e reso iconico dalla mini serie andata in onda nel 1976.

Una storia senza tempo che conduce lo spettatore in terre esotiche e tempi lontani: nel Borneo della prima metà dell’Ottocento, tra popoli in lotta per la libertà e potenze coloniali spinte da un’avidità cieca e feroce. Una storia che si ripete.

Sandokan torna su Rai 1 con il nuovo Sandokan

Da domani, lunedì 1 dicembre, su Rai 1 – e prossimamente su Disney+ – debutta il nuovo adattamento di Sandokan con la prima delle otto puntate previste.

La regia è di Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo: la serie evento internazionale, prodotta da Lux Vide (società del gruppo Fremantle) in collaborazione con Rai Fiction, nata da un’idea di Luca Bernabei e sviluppata per la televisione da Alessandro Sermoneta, Scott Rosenbaum e Davide Lantieri.

Can Yaman nei panni di Sandokan, prende il testimone da Kabir Bedi

Da Kabir Bedi a Can Yaman.  È la star turca a prendere il testimone dall’attore indiano che fece innamorare l’Italia nel ruolo della Tigre di Mompracem.

Yaman, nell’intervista all’Adnkronos, racconta di essere “cresciuto con la cultura italiana e so che Sandokan è una figura importante per gli italiani.

Per questo, ho sentito una certa responsabilità. Spero che questa serie mi avvicini ancora di più al pubblico italiano”. Un ruolo monumentale, che Yaman definisce “una rarità nella vita di un attore”. Un percorso “intenso dal punto di vista fisico e sentimentale” che lo ha reso “non solo un interprete ma anche una persona migliore”. La speranza di Yaman è che bambini e uomini possano “trarre ispirazione da lui”. L’attore è sicuro di una cosa: “Chi lo vedrà vorrà essere come lui, lo vorresti come amico”.

E, soprattutto, porta con sé un messaggio di inclusività: “Con questa serie abbiamo cercato di abbracciare tutti quanti per età e cultura” perché “come sottolineiamo in ‘Sandokan’: siamo tutti diversi, ma uniti”. Questa è “una caratteristica che dovrebbe avere ogni leader”, osserva la star turca.

Gli altri protagonisti: Alessandro Preziosi sarà Yanez, Alana Bloor sarà Marianna la Perla di Labuan

Ma il leggendario pirata non è solo in questo viaggio. C’è anche il suo fedele compagno Yanez, interpretato da Alessandro Preziosi: “Quella che raccontiamo è una storia che si ripete ancora oggi in Palestina e prima ancora in Brasile, Amazzonia, Kosovo e in Vietnam”.

E poi “c’è il tema dell’ambiente e del mare, che non è di nessuno. Appartiene a tutti, anche se spesso non è chiaro”, ma anche “l’importanza di restare uniti”.

Non manca l’amore. A fare breccia nel cuore di Sandokan è Marianna, la celebre perla di Labuan, interpretata da Alanah Bloor: “Lei è una donna moderna che lotta in contesto dominato dagli uomini”, senza dimenticare “il suo amore per il pianeta” e “considerando i tempi di oggi, è un messaggio importante”.

L’antagonista

Ma non c’è avventura senza un cattivo. Qui ha il volto di Lord James Brook, interpretato da Ed Westwick (star della serie degli anni 2000 Gossip Girl, nel ruolo di Chuck Bass) mentre nella serie originale aveva il volto di Adolfo Celi.

L’attore riflette su come le persone vissute secoli fa non fossero poi così diverse da quelle di oggi: “Cambiano abiti e contesto, ma emozioni e valori restano gli stessi”.

La storia che “raccontiamo esplora desideri, libertà, ambizione – anche quando diventa tossica – e l’amore, o ciò che crediamo sia amore. Sono temi universali, legati alle domande che tutti ci poniamo ogni giorno su cosa vogliamo e come raggiungere i nostri sogni. La differenza è che nella loro storia questi temi prendono vita tra pirati, armi, cannoni e navi”, conclude Westwick.

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