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Sanità, cure a casa, Trizzino, garanzia equità

Un “grande passo avanti finalizzato a garantire equità nell’accesso ai servizi e qualità delle cure nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza che prevedono il coinvolgimento e la responsabilità clinica dei medici di medicina generale nell’ambito dell’Adi”

. Così in una nota il deputato del Gruppo Misto, Giorgio Trizzino, che respinge “indegne strumentalizzazioni” da parte di chi parla di “affari in sanità” in riferimento, come lui stesso riferisce, “a dichiarazioni del segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo” in merito all’accreditamento delle cure domiciliari.

L’Intesa Stato Regioni raggiunta il 4 agosto, dice Trizzino, “si inserisce in un percorso normativo di forte qualificazione ed innovazione del sistema sanitario, dopo che con la legge 178 del 30 dicembre 2020, l’applicazione del sistema di autorizzazione all’esercizio, di accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e socio sanitarie e di accordi contrattuali é stata estesa anche alle organizzazioni pubbliche e private che erogano cure domiciliari” e “pone le basi affinché i miliardi del PNNR destinati alle cure domiciliari non siano sprecati ma siano spesi bene e per cure appropriate, efficaci ed erogate da organizzazioni pubbliche e private accreditate ed affidabili a garanzia della sicurezza e della qualità delle attività assistenziali”.

Cure ed assistenza per essere efficaci e sicure – prosegue Trizzino “devono tuttavia essere erogate da organizzazioni pubbliche e private in possesso di un set di criteri – già previsti per le cure ospedaliere – in grado di garantire precisi standard omogenei in tutto il paese sugli aspetti di umanizzazione, servizi, prestazioni, competenze del personale, processi di miglioramento ed innovazione tecnologica”.

Inoltre, aggiunge il deputato, “i medici di medicina generale ovviamente sono una componente imprescindibile ed importante delle cure a casa ma lo strumento che ne regola il loro coinvolgimento è l’accordo collettivo nazionale (ACN). Su questo si potrà lavorare. Su questo si potrà investire”. Cure che, come previsto dall’Intesa Stato Regioni, “richiedono una governance clinica, organizzativa e gestionale, capaci di evitare ricoveri impropri, spesso ripetuti, e gestire la transizione assistenziale a seguito di una dimissione che richiede continuità di cure e protezione del malato e della sua famiglia”.