Sanità, la Sicilia non scoppia di salute - QdS

Sanità, la Sicilia non scoppia di salute

Serena Giovanna Grasso

Sanità, la Sicilia non scoppia di salute

sabato 20 Aprile 2019

Cgia Mestre, ci si mette anche la burocrazia: il 64,5% dei siciliani ha atteso in media più di venti minuti negli uffici delle Asp, in Trentino la percentuale è al 23%. L’assessore Razza: “Criticità significative ma le eccellenze iniziano a diventare tante”

PALERMO – La Sanità siciliana non scoppia di salute.
Spesa sociale, liste d’attesa, livelli essenziali di assistenza, infezioni ospedaliere post-chirurgiche, copertura vaccinale, screening prevenzione tumori, cure palliative, tempi di attesa presso gli uffici Asp e donazioni: sono questi alcuni degli ambiti che il Quotidiano di Sicilia ha approfondito, rilevando non poche criticità. A ciò si aggiunga il danno di non poco conto che scaturisce dalle lungaggini burocratiche. In Sicilia, infatti, manca la celerità nell’esecuzione delle pratiche d’ufficio ma anche nella gestione delle visite.

Basti pensare che, secondo i dati della Cgia di Mestre, oltre sei persone su dieci accumulano più di venti minuti di attesa presso gli uffici delle Asp (64,5%), percentuale che scende di 41,5 punti percentuali in Trentino Alto Adige (23%).

Proprio dalla Sicilia, inoltre, proviene il tasso più consistente di segnalazioni di disservizi e di lamentele sul protrarsi di tempi esageratamente lunghi necessari all’espletamento di visite specialistiche (8% sul totale nazionale): le segnalazioni rilevate sono quelle sopraggiunte al numero verde 1500 attivato dal ministero della Salute.

Desta particolare allarme e preoccupazione il numero particolarmente elevato di infezioni ospedaliere post-chirurgiche rilevato nella nostra regione: infatti, secondo i dati del ministero della Salute ammonta a 145,13 casi ogni centomila dimissioni, circa trenta in più rispetto a quanto accade nel Trentino Alto Adige (106,43 su 100.000).

Per non parlar poi del bassissimo numero di giorni di assistenza relativi alle cure palliative fruite in regime domiciliare: al di qua dello Stretto se ne contano 53.564, oltre settemila in meno rispetto al Veneto, regione che con la metà dei pazienti ne conta 60.979 (fonte: ministero della Salute). Certamente, tutto a discapito degli assistiti. Infatti, mentre in Sicilia i 6.575 utenti riescono a fruire di appena otto giorni di cure pro capite l’anno, in Veneto ai 3.298 assistiti sono riservati ben 18,4 giorni a persona (oltre dieci giorni in più rispetto al dato siciliano).

Parte delle inefficienze è addebitabile alla ridottissima quota destinata alla spesa sanitaria siciliana. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, è inferiore ai cento euro la spesa sociale pro capite nei Comuni siciliani (esattamente 99 euro), ben 257 euro in meno rispetto a quella investita nel Friuli Venezia Giulia.

Molto poco si fa anche in termini di prevenzione e sensibilizzazione. Prova ne sono i dati relativi alle donazioni di organi, copertura vaccinale e screening di prevenzione dei tumori. Basti vedere come in Sicilia si contino appena 8,7 donatori di organi per milione di abitanti, contro i 46,8 osservati in Toscana.

Secondo i dati di Cittadinanza attiva, dieci punti percentuali separano la Sicilia dal Lazio relativamente alla copertura vaccinale contro rosolia, parotite e morbillo (rispettivamente 85,63% e 95,33%). Infine, appare insufficiente il tasso di screening effettuati per la prevenzione dei tumori colon-rettali: mentre in Sicilia è pari al 28%, nella provincia autonoma di Trento si attesta al 72%.

Non sorprende, dunque, se alla Sicilia detenga il punteggio minimo nei livelli essenziali di assistenza (Lea), pari a 160 punti (esattamente 61 punti in meno rispetto al Piemonte, 221).

Abbiamo chiesto all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, se la Sanità siciliana oggi abbia più criticità o eccellenze. “Beh, – ha risposto Razza al QdS – è come se si chiedesse ad un bambino se vuole più bene al babbo o alla mamma. Le criticità sono sempre state significative e molto spesso legate a questioni di natura strutturale, che provengono da molto lontano. Le eccellenze iniziano a diventare tante e questo fa immensamente piacere per un sistema che, non dimentichiamolo, offre milioni di prestazioni ai suoi cittadini e lo fa potendosi fregiare di personalità assolutamente competenti”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017