Sanità, l’assessore Ruggero Razza risponde all’appello lanciato dalle Isole minori - QdS

Sanità, l’assessore Ruggero Razza risponde all’appello lanciato dalle Isole minori

redazione

Sanità, l’assessore Ruggero Razza risponde all’appello lanciato dalle Isole minori

Patrizia Penna e Pietro Vultaggio  |
mercoledì 09 Febbraio 2022

“Paghiamo gli effetti della stagione dei tagli e delle scelte errate di Roma”

Assessore Razza, le isole minori lanciano un appello rivolto a Lei: cosa sta facendo la Regione siciliana per “rispondere” a questo grido di aiuto?
“Ritengo che presto potranno essere evidenti gli effetti del protocollo sottoscritto di recente con le organizzazioni di categoria Fimmg, Snami e Smi per migliorare la continuità assistenziale attraverso i medici di medicina generale e gli specializzandi”.

Di cosa si tratta nello specifico?
“È un documento che consente, su base volontaria, l’adesione dei professionisti per far fronte alla carenza di medici in alcune aree del territorio regionale migliorando anche l’operatività delle guardie mediche. è una misura innovativa che ha pochi precedenti nel resto del Paese, ma non è e non può essere la panacea ad un carenza cronica di figure professionali che riguarda ogni regione italiana”.

L’emergenza Covid sta assorbendo quasi tutte le risorse del nostro sistema sanitario. Cosa può fare lo Stato per darci una mano nella gestione di questa emergenza nell’emergenza?
“La pandemia ha fatto diverse criticità del Sistema sanitario nazionale, mettendo a nudo soprattutto gli effetti delle stagioni dei tagli o di certe scelte errate. Penso, ad esempio e su larga scala, al numero chiuso per entrare a Medicina o alle strettoie per le scuole di specializzazione, iniziative che – come abbiamo chiesto più volte – vanno riviste a livello centrale. Presto”.

Cosa chiediamo a Roma?
“Allo Stato però chiediamo anche un intervento deciso sulla contrattazione collettiva per dotare le aree interne, le isole minori e le zone più lontane dei professionisti di cui necessitano. Per intenderci, chi decide di andare a prestare servizio in un territorio diverso dalle grande città, con le difficoltà che tutto ciò comporta, deve ricevere precise garanzie o beneficiare di incentivi specifici. Al tempo stesso, e le Regioni lo hanno rimarcato tantissime volte in questi mesi, bisognerà anche modificare concretamente il decreto Balduzzi che in questi anni ha mostrato tutte le sue debolezze. Insomma non possiamo continuare a contare gli euro più della salute delle persone”.

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