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Sanità, Mezzogiorno dimenticato due volte tra difficoltà di accesso ai servizi e una bassa qualità

Sanità, Mezzogiorno dimenticato due volte tra difficoltà di accesso ai servizi e una bassa qualità
ospedale sanità

Intanto sul taglio delle liste d’attesa è scontro aperto tra Governo e Regioni sull’utilizzo del potere sostitutivo

ROMA – “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Recita così l’articolo 32 della nostra Costituzione, ma purtroppo dobbiamo constatare come il trattamento riservato agli italiani non sia uguale per tutti. Evidenti disuguaglianze, infatti, esistono sul territorio nazionale. Per non parlare delle differenze che esistono con altre realtà europee.

A Milano e nella provincia di Monza e della Brianza, infatti, il 100% della popolazione vive a meno di 15 minuti di auto da un ospedale, ad Agrigento la percentuale scende al 60,6%, ad Enna al 67,5%. La mancanza di accesso a una serie di servizi è una delle principali sfide cui devono far fronte le persone che vivono nelle zone rurali o più “arretrate” dell’Ue: dove si trova l’ospedale, la farmacia, la scuola, la banca o il supermercato più vicini e quanto è facile arrivarci? A quali rischi va incontro quella parte di popolazione anziana, malata o che necessita di cure costanti che vive in piccoli borghi e città in cui l’ospedale più vicino è distante diversi chilometri da casa?

Il 7 aprile scorso si è celebrata la Giornata mondiale della salute, una ricorrenza che il QdS ha voluto cogliere per porre sotto gli occhi dei lettori alcuni dati preoccupanti…

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