Sanità privata, in Sicilia 7mila operatori e valore di produzione di oltre 600 mln - QdS

Sanità privata, in Sicilia 7mila operatori e valore di produzione di oltre 600 mln

redazione

Sanità privata, in Sicilia 7mila operatori e valore di produzione di oltre 600 mln

venerdì 15 Novembre 2019

Presentato nella sede Sicindustria a Palermo il primo bilancio sociale aggregato di Aiop Sicilia. Razza: “Sicilia può essere guida del Sud con integrazione pubblico-privato”

PALERMO – Cliniche e ospedali privati associati ad Aiop in Sicilia danno lavoro a 7 mila persone circa, erogano 998 mila prestazioni ambulatoriali l’anno e 185 mila prestazioni ospedaliere in 52 strutture convenzionate con 4.227 posti letto autorizzati. In totale il valore della produzione sfiora i 629 milioni di euro.

Questi i dati salienti del bilancio sociale aggregato di Aiop Sicilia, presentato ieri nella sede di Sicindustria da Carlo Luison, di ‘Bdo Italia’ che ha elaborato il documento, alla presenza del presidente di Sicindustria Alessandro Albanese, del presidente di Aiop nazionale Barbara Cittadini e di quella regionale Marco Ferlazzo, dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e dell’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano.

È la prima volta che affrontiamo con una metodologia economico-scientifica l’impatto che hanno gli ospedali privati, ma in generale tutto il sistema sanitario, sulla produzione di benessere di una regione”, ha spiegato il presidente regionale di Aiop Sicilia, Marco Ferlazzo.

Le aziende siciliane associate, come detto, erogano ogni anno 185 mila prestazioni ospedaliere, che rappresentano il 23,4% del totale nell’Isola. “Nel nostro sistema regionale questo settore – ha sottolineato Ferlazzo – dà un arricchimento al Pil della Sicilia di parecchi punti e quindi è un fatto economico importantissimo per la nostra regione in termini di mercato, non solo sanitario ma anche di merci e di occupazione”. Non solo: stando a quanto dichiarato ancora da Ferlazzo, nel settore della sanità privata, 1 euro investito comporta un ritorno di 1 euro e 70. “Purtroppo – ha aggiunto con rammarico – chi ha deciso e chi decide spesso non ha avuto ben chiara quella visione prospettica del ruolo della componente privata nel tessuto produttivo siciliano”.

“Ecco quando si fanno le leggi di bilancio – ha sottolineato Ferlazzo – vanno valutati gli elementi strutturali che hanno una valenza fondamentale. I vari governi negli ultimi anni hanno tagliato 38 miliardi, oggi ci stiamo accorgendo che la tendenza si sta invertendo e l’attenzione verso la sanità privata è maggiore”.

Dei numerosi tagli imposti dal Governo nazionale ha parlato anche Barbara Cittadini, presidente Aiop nazionale: “Nel 2007 ero Presidente regionale dell’Aiop e ci siamo dovuti confrontare con le esigenze del piano di rientro e pur subendolo abbiamo scelto di condividere questo percorso che ha evitato alla nostra Sicilia di essere commissariata e di essere catalogata tra le ‘strutture canaglia’. è stato fatto un percorso importante di efficientamento della spesa che era inevitabile, vista l’emergenza. Adesso vedo segnali, sia a livello regionale che nazionale, della volontà di volere tornare ad investire perché si è compreso che, razionalizzata la spesa, bisogna efficientare l’offerta perché il piano di rientro quand’è nato era pieno di riqualificazione dell’offerta”.

La presidente Cittadini si è anche espressa sulle manovre che la Regione sembra intenzionata a fare per intraprendere nuovi investimenti nel settore sanitario: “Se il governo Musumeci sta andando in questa direzione? Non ho un’interlocuzione diretta ma il presidente Ferlazzo mi dice che l’interlocuzione è virtuosa e che, non appena il Governo nazionale metterà quello regionale in condizione di poterlo fare, attueranno una programmazione più coerente con la domanda del territorio”.

Su questo tema si è anche espresso l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: “La Sicilia può essere una regione guida per i servizi sanitari nel Mezzogiorno, anche attraverso un maggiore investimento e attraverso una maggiore integrazione pubblico-privato. Il rapporto di Svimez ci ricorda che siamo l’unica regione che ha visto diminuire i ‘viaggi della speranza’”.

“I tagli in passato non ci sono stati per ragioni che venivano dal nulla – ha precisato Razza – ma perché questa regione ha fatto un enorme buco della sanità che con grande fatica oggi si sta colmando e quindi è arrivata una stagione di investimenti e di valorizzazione”. “Da parte della Regione – ha spiegato Razza – c’è stato, anzitutto, il riconoscimento dell’importanza dell’integrazione tra il sistema sanitario erogato da soggetti di diritto pubblico e quello erogato da soggetti di diritto privato perché alla fine la sanità è una sola ed il diritto alla salute è un diritto individuale di ogni cittadino”.

“Stiamo lavorando – ha concluso Razza – perché dal 2020 alcuni servizi e attività possano essere erogati in Sicilia per recuperare chi si vuole curare nella propria terra utilizzando anche e soprattutto le strutture di diritto privato e presto aprire le porte con contratti ad altri 5 mila professionisti della sanità”.

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