“Oggi c’è stato un confronto molto costruttivo e utile con i presidenti di Regione e con alcuni assessori regionali. La pandemia ha mostrato luci e ombre nell’Italia: le luci sono gli operatori sanitari, l’ombra è la mancanza di un’adeguata medicina del territorio. Su questo ci sono i fondi del Pnrr, che sono divisi in due grandi capitoli: uno è proprio per la medicina territoriale, abbiamo assoluta intenzione di continuare a costruire finalmente quella medicina territoriale che è mancata fino ad oggi”, ha sottolineato. “L’altro capitolo che ritengo altrettanto importante e che può aiutare la medicina territoriale è la digitalizzazione. La vedo – ha spiegato – come uno strumento utile per superare le tante diseguaglianze che ci sono ancora nell’offerta sanitaria nel nostro Paese e che sono inaccettabili, tra nord e sud e tra le grandi città e i piccoli centri. Sono convinto che lavorando con le Regioni potremo migliorare e costruire una nuova medicina del terzo millennio”. Inoltre “dobbiamo rendere più attrattiva l’organizzazione generale del sistema sanitario e far sì che chi ha scelto di andare all’estero rientri in Italia. Credo che sui giovani bisogna sicuramente investire”, ha concluso.
(ITALPRESS).
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