Sanità, Sicilia in crisi: arriva la bocciatura dal Ministero

Attese “infinite”, infezioni e bocciature del Ministero: la sanità siciliana è in ginocchio

Attese “infinite”, infezioni e bocciature del Ministero: la sanità siciliana è in ginocchio

Marco Cavallaro  |
domenica 15 Dicembre 2024

L'Isola si conferma come una delle Regioni con il tasso di difficoltà più alto nel settore medico in Italia.

Tempi di attesa “infiniti“, rischio concreto di infezioni post-ricovero e livelli essenziali di assistenza (LEA) ridotti al minimo. Questo il quadro estremamente sintetico dell’attuale situazione sanitaria in Sicilia che, come emerso da recenti studi, si conferma come una delle Regioni con il tasso di difficoltà più alto nel settore medico in Italia.

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Sanità e livelli essenziali di assistenza, il Ministero boccia la Sicilia

Nei giorni scorsi – in occasione del Forum Risk Management di Arezzo – diffusi i primi dati provvisori riguardo al Sistema di Garanzia (NSG) 2023, ovvero lo strumento utilizzato dal governo per monitorare e gestire l’attività sanitaria nel nostro Paese. Alla base degli obiettivi del Ministero, quello di garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in assoluta qualità e uniformità nell’intero territorio. Proprio in questi termini, la posizione dell’Isola è tra le meno quotate d’Italia.

Analizzata sulla base dei tre indicatori corrispondenti a prevenzione, distrettuale e ospedaliera, la Sicilia – come la Calabria – attualmente è tra le regioni che non raggiunge il punteggio minimo richiesto (60 pt) in alcune sezioni. In particolare, l’Isola presenta dei punteggi giudicati sottosoglia sia nell’area distrettuale che in quella della prevenzione, con una proiezione addirittura peggiore per il futuro. Ancora provvisori (presto la contro verifica territoriale, da non escludere eventuali modifiche ai numeri attuali), i primi dati diffusi confermano dunque il trend fortemente negativo della regione nell’ambito medico, settore che vive una profonda crisi che non sembra conoscere una fine.

Sanità in Sicilia, la correlazione tra ricovero e infezione

Particolarmente incisivo nella descrizione dell’attuale situazione sanitaria in Sicilia è il dato emerso nei giorni scorsi a Palermo in occasione del convegno organizzato dall’Assessorato regionale alla Salute sulla prevenzione/gestione delle infezioni batteriche correlate all’assistenza sanitaria.

Come evidenziato dall’incontro, in Sicilia il dato è preoccupante: l’8% dei pazienti ricoverati (o semplicemente visitati in ambulatorio) viene colpito da infezioni post-ospedaliere. Una statistica certamente delicata, che richiama con forza a quanto avvenuto di recente al “Papardo” di Messina, dove sette persone sono decedute dopo essere state sottoposte ad alcuni interventi cardiochirurgici (sul tema, aperta un’inchiesta da parte della Procura di Messina).

Le lunghe attese

Ai bassi livelli di assistenza e al concreto rischio di infezione dopo un ricovero, la Sicilia deve fare i conti anche con una problematica fortemente contestata da sempre: i tempi di attesa. Su questo tema, recentemente intervenuto anche il Codacons a sostegno di un paziente in cura all’ospedale “Cervello” di Palermo.

L’uomo, che aveva bisogno con urgenza di una visita diabetologica, ha ottenuto come prima data utile agli accertamenti il settembre del 2025. Dunque, circa dieci mesi di attesa per una visita di emergenza. “Una tempistica del genere è inaccettabile. Rischia di compromettere seriamente la salute dell’uomo”: queste le parole di Bruno Messina, vice presidente regionale del Codacons, che ha denunciato l’accaduto e che, come annunciato, lotterà per garantire al paziente un controllo nel più breve tempo possibile.

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