PALERMO – Da quando si è insediata a piazza Ottavio Ziino la nuova assessora Daniela Faraoni, a gennaio di quest’anno a seguito delle dimissioni di Giovanna Volo, la poltrona del direttore generale dell’Asp più grande d’Italia è affidata a un facente funzioni. Un budget da due miliardi di euro l’anno, sui dieci complessivi della sanità siciliana, senza un direttore generale né un commissario. I maligni sostengono che in qualche modo il manager sia ancora Daniela Faraoni, mentre i sussurri tra i palazzi sostenevano già a fine gennaio che la nomina del nuovo manager sarebbe arrivata a maggio. Non sempre però certi “pettegolezzi” sono attendibili.
Tanto è che gennaio è ormai agli sgoccioli e di direttore generali in Sicilia adesso se ne dovranno nominare due. Il secondo, con strascico di polemiche che non si placano, è il posto lasciato da Ferdinando Croce causa forza maggiore a Trapani. In breve tempo la Regione siciliana ha quindi perso un assessore e tre direttori generali. Il terzo nome è quello di Roberto Colletti, dimessosi in quel dell’addio di Volo dall’assessorato, in un vortice di presunta malasanità presso le aziende ospedaliere riunite Villa Sofia e Cervello. Tra i problemi di carattere politico…

