Nella seconda serata del Festival di Sanremo spazio alla lotta per i diritti in Iran. Portavoce della protesta la giovane Pegah.
C’è un momento per la musica e un momento per la riflessione. Nella seconda serata del Festival di Sanremo 2023 a portare sul palco la tematica sulla libertà e l’autodeterminazione femminile è stata Pegah Moshir Pour, attivista italo-iraniana che, in compagnia di Drusilla Foer, ha proposto un monologo incentrato sulla drammatica condizione delle donne in Iran.
A Sanremo 2023 Pegah ha parlato anche della morte di Mahsa Amini, la ragazza kurda di 22 anni uccisa dalla polizia morale in Iran perché “colpevole” di non indossare correttamente il velo.
Sanremo 2023, Pegah: “Esiste un paradiso forzato?”
“In Iran – ha detto la giovane – non avrei potuto parlare da un palcoscenico perché sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa. Per questo ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione cresciuta nella repressione. Io mi chiedo esiste un paradiso forzato? Da noi sì”.
“Come si può chiamare un posto dove un regime uccide persino i bambini? Voglio ricordare al mondo che la musica è un diritto umano e per spiegare meglio quello che i miei coetanei stanno vivendo vorrei usare la melodia e le parole di una canzone diventata l’inno della rivoluzione, Baraye di Shervin Hajipour“, ha aggiunto.
Sanremo 2023, la negazione dei diritti in Iran
“Per ballare in strada si rischiano 10 anni di prigione. In Iran si paga con la vita il desiderio di esprimere la propria femminilità. Più di 20 milioni di persone sono sotto la soglia di povertà”, hanno proseguito insieme Pegah e Drusilla.
E ancora: “In prigione ci sono più 18mila intellettuali e dissidenti che spariscono nel silenzio. In Iran ci sono 1 milione di profughi afghani. Se si è omosessuali si rischia l’impiccagione“. Al termine del monologo, Pegah si è poi sciolta i capelli, esclamando “per la libertà”.
Sanremo 2023, il testo della canzone per i diritti in Iran
Baraye
Per ballare nei vicoli
Per il terrore quando ci si bacia
Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle
Per cambiare le menti arrugginite
Per la vergogna della povertà
Per il rimpianto di vivere una vita ordinaria
Per i bambini che si tuffano nei cassonetti e i loro desideri
Per questa economia dittatoriale
Per l’aria inquinata
Per Valiasr e i suoi alberi consumati
Per Pirooz e la possibilità della sua estinzione
Per gli innocenti cani illegali
Per le lacrime inarrestabili
Per la scena di ripetere questo momento
Per i volti sorridenti
Per gli studenti e il loro futuro
Per questo paradiso forzato
Per gli studenti d’élite imprigionati
Per i ragazzi afghani
Per tutti questi “per” che non sono ripetibili
Per tutti questi slogan senza senso
Per il crollo di edifici finti
Per la sensazione di pace
Per il sole dopo queste lunghe notti
Per le pillole contro l’ansia e l’insonnia
Per gli uomini, la patria, la prosperità
Per la ragazza che avrebbe voluto essere un ragazzo
Per le donne, la vita, la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Per la libertà