Sanremo

Sanremo, l’Auditel premia la prima serata e stasera si replica

di Valerio Barghini

È stata fin dal primo minuto standing ovation con viva commozione di Amadeus che in una semplice frase, “Bentornati. O è perché sto per compiere 60 anni o è la presenza di questo pubblico, che ci è mancato tantissimo l’anno scorso”, ha riassunto proprio tutto ciò che provava in quel momento. 

E così è filata via liscia la prima serata della 72esima edizione del Festival di Sanremo. Che ha visto sfilare sul palco dell’Ariston (tra l’altro, rispettando straordinariamente i tempi: finire sempre alle due di notte, tolta la finale, non è il massimo) i primi 12 dei 25 artisti in gara. Oltre ad un livello musicale complessivamente alto: in genere le canzoni della kermesse difficilmente, al primo ascolto, convincono; bisogna farci l’orecchio. Quest’anno, invece (almeno stando a quanto finora abbiamo sentito), diversi sono i brani che fin da subito hanno fatto presa. 

I dati Auditel della prima serata di Sanremo

Inizio col botto, dunque. A confermarlo quello strepitoso 54,7 per cento di share e quasi 11 milioni di spettatori (“con punte del 60 per cento, se guardiamo la distribuzione geografica, collocata nel Sud” ha detto il direttore di Raiuno, Stefano Coletta), un dato che (almeno per quanto riguarda la prima serata) non si vedeva dall’ormai lontano 2005, il primo della sequenza Bonolis.

Insomma, Amadeus ha superato se stesso (46,6 per cento di share la prima serata dello scorso anno e poco oltre il 52 per cento di media nel 2020). Ma non poteva essere altrimenti in quello che lo stesso Ama a ragion veduta ha definito “il Festival della Rinascita e della Gioia”, durante il quale il direttore artistico ha deciso di omaggiare un universo, quello del cinema (ieri sera co-conduttrice, Ornella Muti; questa sera sarà la volta di Lorena Cesarini) che, come tutto il mondo dello spettacolo in genere, è stato martoriato da questo biennio di pandemia. E che proprio oggi è stato costellato da un altro drammatico lutto: “Dobbiamo aprire con un’altra brutta notizia: è morta una leggenda del cinema italiano, Monica Vitti”, ha esordito Stefano Marroni, capo Ufficio Stampa Rai. 

L’intervento di Fiorello

Inizio col botto. Ma con Fiorello nei paraggi non poteva essere altrimenti. Dei venti minuti che Rosario Tindaro (il booster dell’intrattenimento, la terza dose, come il vaccino anti Covid) ci ha regalato sul palco dell’Ariston ogni riga ulteriore che potremmo scrivere sarebbe superflua. Fiorello è Fiorello. Se non la speranza che davvero colga l’invito “della Rsa Rai” (come l’ha chiamata) ad albergare in Liguria fino a sabato. 

La conferenza stampa del Mezzogiorno

Intanto durante la consueta conferenza stampa di mezzogiorno, un fuori programma con Amadeus che telefona a Fiorello: “Lo chiamo. Lui non lo sa che lo sto facendo in diretta davanti a voi. Ma, che diamine: mica posso essere solo io a non sapere cosa fa lui” (risate dei colleghi). “Pronto? Ciuri?”. “Sì? Buongiorno”. “Sei in diffusione in sala stampa”. “Ahhhh! Buongiorno, buongiorno a tutti! Faccio il simpatico o rimango com’ero, addormentato?” (risate e applausi dei colleghi della sala stampa). “Allora Ama, sei contento?”. “Be’, certo che sì”. “Io sono davvero contento di esserci stato. Però sono pigro e ansioso; ce ne ho sempre una e, andando avanti con l’età, peggioro. L’anno scorso, con il teatro vuoto, è stato pesantuccio per cui il successo di questa prima serata ci sta ripagando”.

E poi l’immancabile sfottò all’amico: “Certo, io ieri sera forse ho esagerato un po’ quando ho parlato di Josè (il figlio di Ama, ndr) posizionato davanti casa mia durante una giornata freddissima con un cartello con su scritto Ti prego aiuta papà, però vi assicuro che ci è mancato poco. Dovete sapere che Amadeus non si sveglia presto: si alza alle 10 del mattino (Ama, ridendo, rivolto ai giornalisti, nega con la testa, ndr).

Ha passato giorni, invece, a svegliarsi alle 6.15. Sapendo che io ero già sveglio, mi telefonava: “Ciuri, ho fatto un incubo”. E io: “Ma che m..hia di incubo hai fatto?”. E lui: “Ho sognato che la prima serata andava malissimo; che i cantanti stonavano; che il pubblico guardava altro. E tu non c’eri”. E io: “Ma vaff…! A finisci?!?!?” (risate dei colleghi). 

È vero, avevamo scritto che sarebbe stato dal punto di vista degli artisti in gara un Sanremo un po’ meno siciliano. Ma durante la prima serata la compensazione c’è stata. A parte “san Rosario Tindaro da Augusta” che ha raccontato di esilaranti telefonate con mamma Sara la quale, guardando le new entry nel panorama musicale italiano, domanda al figlio “Bello. Ma cu iè chiddu? E chidd’autru?”, che compensazione! A partire dal doveroso omaggio al Maestro Franco Battiato (seconda doverosa standing ovation della serata) giunto dopo, solo in ordine di scaletta, la riproposizione del disco d’oro e tre volte disco di platino Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino; la gag del maresciallo Cecchini, alias Nino Frassica, che con Raoul Bova ha introdotto la prossima staffetta tra don Matteo (Terence Hill) e don Massimo (Bova, appunto) nella ultradecennale fiction di Raiuno e la presentazione della seconda serie di Màkari, fatta “gassmanianamente” dal protagonista, l’attore palermitano Claudio Gioè. E stasera, bis. (foto dal sito ufficiale del Festival di Sanremo)